Ven. Set 20th, 2024

Ricordi urbani del Professore Antonino Russo, che ci racconta una città collegata da antiche strade acciottolate al resto del mondo lontano e forse più vicino di quanto oggi non si posso pensare.

Ancora agli inizi del ‘900 per giungere a Bagheria da Palermo si poteva percorrere una strada che da Ficarazzi arrivava alla Certosa e toccava i margini di Palazzo Butera (come si può vedere dalla foto che pubblichiamo qui).

Il paese di Bagheria si è popolato in seguito alla costruzione delle ville che nel settecento hanno fatto costruire alcuni nobili isolani. I primi abitanti del paese sono stati gli operai che hanno costruito queste ville, che in seguito si sono offerti di badare alle stesse, un po’ per effettuare le pulizie, un po’ per coltivare le piante che le adornavano. Un passo fondamentale per la nascita del paese è stata la costruzione di alcune chiese che inizialmente dipendevano da altre di Palermo, e poi sono state elette a parrocchie dei nuovi quartieri di Bagheria.
La costruzione del Palazzo Butera ha comportato poi la nascita del corso omonimo che congiungeva il palazzo con la strada ferrata. Da qui è partita l’ossatura per la costruzione del paese che inizialmente dipendeva dalla città di Palermo e poi si è sganciato dalla seessa per diventare comune autonomo.
Lo sviluppo edilizio del paese na fatto sì che giungessero persone dalle zone viciniori, rendendolo sempre più esteso e autonomo.

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Di Antonino Russo

Bagherese del ‘36, nel 1959 si trasferisce a Napoli per insegnare in una “elementare” nel popolare e pittoresco rione Vergini - Sanità. Si lascia coinvolgere dai fermenti culturali di Bagheria, dandosi proficuamente alla poesia, ma anche alla saggistica e alla narrativa. Collabora con numerose testate, è sociologo dal 1990.