di Piero Montana
Una figura controversa ed interessante di un componente di quella famiglia che si legherà al nostro territorio, raccontata da Piero Montana in occasione di un suo scritto sulla produzione artistica del nobiluomo.
L’arte erotica di Raniero Alliata (1897-1979), Principe del Sacro Romano Impero, nell’ambito della crisi dell’immagine tradizionale dell’uomo nell’arte moderna e contemporanea, viene ad avere di certo un ruolo notevole, anche se, per la marginalità dell’autore,l’importanza di tale ruolo non gli viene ancora riconosciuta.
Dalle sue vicende biografiche narrate da Bent Parodi in Il principe mago, di lui ci erano solo note le sue incursioni nell’occulto (sedute spiritiche ed esperimenti di trance).
Con la mostra invece delle sue tempere e dei disegni erotici, che la Fondazione Famiglia Piccolo post mortem gli ha allestito nel 2022 a Capo d’Orlando, è venuta fuori l’esistenza di un’altra passione dell’Alliata per l’inconsueto e il non ordinario, quella per un’arte che di solito si suole destinare ai suoi margini: l’arte erotica.
Ma è quest’arte, contrariamente a quanto si crede, che soprattutto nel nostro tempo è d’importanza considerevole.
Se infatti in arte si è arrivati al fenomeno tutto moderno della crisi dell’immagine dell’uomo, è perché solo in quella erotica l’uomo è stato messo e mostrato veramente nudo, venendo così a comportare un tale fenomeno anche l’orribile scoperta, in tale denudamento, dell’immagine reale, contingente della sua natura deformata e sfigurata, la cui origine tuttavia non ci si domanda ancora a cosa sia veramente dovuta.
L’Alliata, che abbiamo scoperto essere un vero artista, non è un modernista. Le figure delle sue opere grafiche e pittoriche non risentono pertanto della deformazione dell’immagine dell’uomo che l’arte moderna è venuta ad esprimere nel nostro tempo.
Lungi pertanto da questa espressione, che quando é stata sinceramente autentica, è stata al contempo dolorosa ed angosciosa, è un sentimento assai vitale e gioioso, che le figure dell’Alliata vengono a palesare.
Trascendendo l’immagine deformata che dell’uomo si presenta in arte, l’Alliata al contrario ed in maniera del tutto singolare, nella sua opera viene a raffigurare di lui tutt’altra immagine, l’immagine non più frammentaria, scissa e per questo dolorosa, bensì integra nella configurazione di una sua totale pienezza d’essere. Questa immagine è quella dell’androgino. Un’immagine assai pregnante nel nostro tempo, basti pensare a Jung che con il suo processo d’individuazione (centrale in tutta la sua opera) solo a essa sembra essersi ispirato.
Quella che l’Alliata mostra nelle sue opere è di certo una nuova immagine dell’essere umano, rispetto a quella sfigurata e sofferente che nel nostro tempo ci si viene a mostrare.
Ma questa nuova immagine, che il principe propone è veramente, in un senso ancora più profondo, un’immagine davvero alternativa a quella che nello specchio dell’arte finora è stata rivelata.
Questa immagine non più parziale bensì integrale, l’immagine dell’androgino, è anche e soprattutto un’immagine magica, la magia non derivandole d’altro che dalla pienezza d’essere, che essa comporta e viene a manifestare.
E’ nel coltivare dunque una tale immagine nella sua arte, più che in sedute spiritiche e trance medianiche, che Raniero Alliata, dovrà pertanto considerarsi principalmente un vero mago.
Dell’arte di Raniero Alliata di Pietratagliata ne tratta la nuova opera di Piero Montana di cui potete leggere qui
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