Nel viaggio del Professore Antonino Russo alla scoperta della sue radici, un passaggio catartico della città che nei valori del mos maiorum deve rifondare la propria classe dirigente.
Il paese di Bagheria si è sviluppato intorno ad alcune chiese e chiesette. Quella di Villa Palagonia pare che avesse un crocifisso collocato dentro una ruota di legno ed era appeso al soffitto a mo’ di lampadario, Questa chiesetta negli anni 40 è stata frequentata principalmente dagli abitanti della via Goethe e zone limitrofe. Le persone collaboravano al funzionamento della stessa. Ricordo che un giorno ho visto mia madre che in terrazza lavava la tonaca di un prete: era quella del prete che veniva a celebrare la messa nella chiesetta di Palagonia. Altre chiese erano quella di Palazzo Butera, la Madrice, poi divenuta la cattedrale, quella di San Pietro (costruita da Don Pietro Scaduto, antenato di mia madre) e la chiesetta dei Gesuiti. Il mio nonno materno Nicolò Rotolo in un primo momento si era stabilito a Villabate, dove svolgeva attività di ebanista. Alla fine degli anni trenta si era trasferito a Bagheria, con la moglie e i figli, tra cui la mia mamma Angela. I tre maschi sono rimasti a Villabate, esercitando sempre il mestiere di ebanista. A Bagheria il nonno Nicolò ha fatto edificare una casa con annesso laboratorio a metà del corso Butera (zona tre portoni). Questo nonno aveva un fratello di nome Salvatore che all’inizio degli anni trenta si è trasferito a Napoli e ha messo su una cartoleria in via De Pretis. Si noti come il mio trasferimento a Napoli fosse stato preceduto da segni premonitori ad opera di elementi delle due famiglie (paterna e materna).
Cinque generazioni fa un Antonino Russo da Sorrento è venuto a Bagheria a impiantare una fabbrica di calzini. Qui il Prefetto lo ha nominato sindaco. Siccome, però, allora il Sindaco doveva sostenere tutte le spese del Comune, il mio antenato (ed omonimo) per qualche tempo se ne è tornato in Campania, fino a quando è stato nominato un altro Sindaco per Bagheria. Quando, anni fa, sono stato a Sorrento per un convegno ho potuto costatare che a Sorrento erano diffusi sia il cognome Russo che il nome Antonino.
Dopo quaranta anni di servizio in una scuola elementare di Napoli e 60 anni di abitazione in provincia della stessa città, mi sento un siculo-campano ben radicato nelle due realtà.
Resta sempre aggiornato con noi: