Gio. Ott 31st, 2024

In questo leggero racconto del nostro Professore Antonino Russo, lo spaccato perfetto, di una cittadina in cui la bella politica non ha mai vissuto, o perché l’hanno uccisa o perché ha soggiaciuto a interessi personali. E luce fu!

Nel 1946 avevo 10 anni. Un giorno ho udito un frastuono giungere dal corso Umberto I°. Dal muretto del terrazzo ho visto un gruppo di persone che procedeva nel corso con un nastrino bianco nel petto. Ho chiesto a mamma un nastrino bianco, sono sceso in strada e mi sono unito ai partecipanti alla sfilata. Il giorno dopo, udendo l’identico frastuono del giorno prima, ho messo il nastrino bianco e sono sceso in strada. La mia sorpresa è stata grande nel vedere che le persone avevano in petto un nastrino rosso. Sono tornato a casa e ho chiesto a mamma un nastrino rosso. La terza mattina sono sceso con due nastrini, uno bianco e uno rosso, per potermi adeguare al colore della giarnata. Le sorprese, però, non erano terminate: le persone avevano un nastrino rosso e giallo.

Ho chiesto a mamma l’adeguamento alla nuova combinazione di colori. La quarta mattina sono sceso con nastrini di vari colori in modo da potermi adeguare alla bisogna. In tal modo ho partecipato alle sfilate di tutti i partiti. Presto mi sono stancato e ho deciso di non partecipare alle successive sfilate. Altro contatto con la politica l’ho avuto quando, anni dopo, sono stato chiamato per fare lo scrutatore in un seggio elettorale. In quella occasione ho avuto modo di assistere a manovre che mi hanno fatto decidere di non interessarmi di politica. Quando, poi, sono stato, per alcuni anni, nominato presidente di seggio elettorale, la mia convinzione di non occuparmi di politica è uscita rafforzata. Non è il caso che io racconti episodi avvenuti durante quei giorni. Queste sono esperienze che ognuno deve fare personalmente. Alla fine ogni persona è in grado di tirare le conclusioni del caso.

L’immagine di copertina e del maestro Mimmo Pintacuda

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Di Antonino Russo

Bagherese del ‘36, nel 1959 si trasferisce a Napoli per insegnare in una “elementare” nel popolare e pittoresco rione Vergini - Sanità. Si lascia coinvolgere dai fermenti culturali di Bagheria, dandosi proficuamente alla poesia, ma anche alla saggistica e alla narrativa. Collabora con numerose testate, è sociologo dal 1990.