Nelle foto la ricostruzione dell’ingresso descritto dal Professore Antonino Russo. Ancora un salto nel passato che ci consente visioni della Bagheria che non c’è più.
Ai “tre portoni” iniziava la proprietà dei Principi di Palagonia.
Vi erano tre archi con portoni che la sera chiudevano la zona. Più avanti c’era un arco abbellito da artistico intonaco e ai quattro angoli vi erano statue ancora esistenti. Dentro l’arco vi era una cappella dove era collocata una statua a mezzo busto del Padre Eterno (ancora esistente). Questa forse è una delle poche rappresentazioni del Padre Eterno prodotte dai cattolici.
Padreterno è la denominazione della zona intorno all’arco.
A quel punto iniziava via Palagonia con ai due lati le statue in tufo dei cosiddetti “mostri”, i quali giungevano fino al palazzo e proseguivano lungo l’arco che circondava lo stesso.
Oggi esistono soltanto questi ultimi. Dei “mostri” che popolavano i lati di via Palagonia non vi è più traccia. Nei primi anni del novecento sui marciapiedi vi erano ancora tracce delle basi delle statue. Osservando le statue che ancora circondano il Palazzo Palagonia, è possibile avere un’idea delle sembianze che dovessero avere le statue antiche, osservabili ancora in qualche stampa di altra epoca.
Per fortuna i viaggiatori del settecento hanno lasciato tracce disegnate di queste statue e le stesse possiamo ammirarle anche oggi. Dal momento che a quell’ epoca non era stata ancora inventata la macchina fotografica, dobbiamo soltanto ad abili disegnatori la riproduzione esatta delle opere. Si tratta di veri e propri capolavori d’arte che riproducono fedelmente la realtà.
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