Gio. Nov 21st, 2024

La pescheria non la vedeva chi non la voleva vedere. Ti stava davanti agli occhi se facevi una passeggiata nel Corso Umberto, se andavi al cinema “Vittoria”, se volevi infilare una strada che ti portasse verso la parte più alta del paese. Sebbene venisse ripulita periodicamente, aveva il tipico odore pungente della pescheria. In una qualsiasi altra città del nord, la tettoia in metallo e vetro stile Liberty sarebbe rimasta al suo posto per molto tempo. La tettoia, come si è detto, era stata assegnata in stile Liberty. La scalinata di accesso era percorsa giornalmente da centinaia di persone. I banchi dei pescivendoli erano sistemati in modo geometrico e tra essi si potevano percorrere diversi sentieri che portavano ai vari banchi dei pescivendoli. ‘A piscaria era anche un luogo dove potersi incontrare durante qualunque ora del giorno.

Oggi si avverte la mancanza di quel luogo di ritrovo. E poi tra i banchi della pescheria ci si sentiva a proprio agio. I bagheresi autentici hanno avvertito la sua mancanza. É stato un altro pezzetto di Bagheria che se ne è andato.

La vendita del pesce era stata trasferita a Piazza Indipendenza, ma l’operazione si dimostrò fallimentare. Ormai per, i bagheresi la pescheria non c’era più.

Alcune persone si recavano ad Aspra, altre raggiungevano Porticello. La vecchia pescheria ha lasciato un rimpianto insanabile.

Di Antonino Russo

Bagherese del ‘36, nel 1959 si trasferisce a Napoli per insegnare in una “elementare” nel popolare e pittoresco rione Vergini - Sanità. Si lascia coinvolgere dai fermenti culturali di Bagheria, dandosi proficuamente alla poesia, ma anche alla saggistica e alla narrativa. Collabora con numerose testate, è sociologo dal 1990.