Gio. Set 19th, 2024

Con una nota del 31 agosto scorso il Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Palermo Mons. Giuseppe Oliveri, ha comunicato il nuovo indirizzo per l’anno pastorale 2024/2025 con importanti novità.

Quando la Chiesa si rinnova non è mai una cosa indolore, parlandone laicamente. L’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, ha indicato per la diocesi del capoluogo siciliano (compresa ovviamente la sua provincia), una profonda riforma del percorso di catechesi che dovrebbe avvicinare le giovani anime alle reti di Simon Pietro pescatore di uomini, accogliendo i suggerimenti provenienti da organi superiori della Chiesa cattolica.
Non si può negare la profonda crisi vocazionale ma anche il diminuire dei semplici praticanti, che ha colpito il cattolicesimo, crisi la cui causa è spesso indicata nella granitica immobilità dell’apparato ecclesiastico, mai troppo incline a radicali cambiamenti di pari passo con l’evoluzione della società. Stravolgendo le aspettative si presenta alla comunità ecclesiale palermitana il nuovo Progetto Catechistico Diocesano per l’Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi.

Il nuovo indirizzo che sceglie una precisa connotazione catecumenale, entrerà a pieno regime nell’anno pastorale 2025/2026 ma già da quest’anno, propone una importante novità.
Si completerà il percorso biennale di catechesi già iniziato e si proporranno poi quelle che, nella diocesi della provincia di Palermo, potrebbero essere le ultime prime comunioni così come le conosciamo.
Il nuovo percorso catechistico comincerà nel prossimo anno pastorale, accompagnando i bambini di 7 o 8 anni fino ai 12/13. Una formazione lunga 5 anni, in pieno passaggio tra la fanciullezza e la pubertà quando piuttosto sarebbe forse meglio il minibasket. Il tutto per arrivare ad un sacramento a metà tra prima comunione e cresima.
Parlandone laicamente si traduce nel fatto che la prossima cerimonia in cui tutto l’indotto sarà coinvolto dopo le comunioni e le cresime del 2025, sarà nel 2030.
Per i futuri 5 anni, sale ricevimento, fotografi, abiti da cerimonia, e tutte quelle attività legate all’evento della prima comunione si fermeranno con un calo del -100%. Una tragedia economica che non risparmierà affatto Bagheria.

L’indirizzo che pare dettato da Roma, o quanto meno suggerito, non ha trovato accoglimento in tutte le diocesi. In Sicilia per esempio solo Palermo ed Agrigento, opteranno per intraprendere questa innovazione.
Quanto sarebbe ipocrita non dirsi che l’accostarsi ai sacramenti è fortemente legato anche ai festeggiamenti che da sempre hanno sostituito l’archetipo dei riti di passaggio delle più antiche tradizioni, che la chiesa sincreticamente accoglie, sin dai tempi del Concilio di Nicea?
Come è possibile che ci si renda artefici di tale disfatta, in un momento generale di criticità economica e di crisi dei valori?
Si badi bene: qui non ci stiamo schierando a favore del, o dei sacramenti e della loro valenza, e nemmeno vogliamo esaltare il mero valore materiale dell’evento, rispetto al suo contenuto, ma nel riconoscimento, invece del valore tradizionale e antropologico, siamo tutti noi pronti a questo cambiamento? E’ pronto il nostro tessuto economico a fare cosi improvvisamente a meno per 5 anni dei suoi introiti? Le parrocchie possono fare a meno per i prossimi 5 anni della maggiore affluenza che si crea nel periodo maggio/giugno?
Qual è lo studio sociologico, secondo il quale questo nuovo indirizzo dovrebbe avvicinare nuove anime? Ma non è piuttosto che si rischia proprio l’effetto opposto?
Con un aforisma siciliano riferito alle persone diciamo:
megghiu ‘u tintu canusciutu che ‘u bonu ‘a canusciri
(meglio la persona cattiva di cui conosci la cattiveria, che quella buona la cui eventuale cattiveria è da conoscere).
Magari lo possiamo estendere con lo sesso senso a percorsi di fede consolidati e alle tradizioni materiali di contorno: meglio quelle di cui sai cosa aspettarti, quando le granitiche certezze della Chiesa vengono improvvisamente meno.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.