Gio. Nov 21st, 2024

Un caro saluto ed un bentornato a tutti i lettori della rubrica. Sulla scia di quanto detto la settimana scorsa, riprendiamo la nostra meditazione con un’altra parabola di Gesù. Ecco cosa ieri ci ha voluto comunicare.

La pagina di Vangelo proclamata domenica 15 ottobre 2023, vede, come già detto nell’introduzione, Gesù raccontare una parabola, la parabola delle nozze del figlio del re. Quest’ultimo, vista l’importante ricorrenza imbastisce una grandissima festa ma ognuno degli invitati s’inventa una scusa per non andare. Visto ciò, il re è molto turbato e decide di fare uccidere chiunque si sia divincolato dall’invito. Ma, dato che la festa ed il banchetto sono pronti, il re ordina ad i suoi servi di invitare chiunque che si trovi ai crocicchi delle strade. Questi eseguono e la sala si riempie; però, uno di loro, non indossa il vestito delle nozze ed il re lo fa gettare fuori, dove sarà pianto e stridore di denti. Questo è l’arco narrativo, ora entriamo dentro ciò che la parabola vuole comunicare, Intanto, il re è Dio, il figlio che si sposa è Gesù stesso e gli invitati alle nozze siamo noi, suo popolo mentre le nozze figurano il Regno dei Cieli. I primi invitati, nella nostra società, sono coloro che ricevono l’invito, nel nostro caso La Parola e l’Eucaristia, ma si aggrappano alle più futili scuse per non coltivare e godere di questo incontro. Certo, non è comodo, è chiaro ma in un altro passo del Vangelo Gesù ci dice che la porta che conduce a Lui è stretta ed in pochi riescono a entrarvi. Coloro che passano la vita a cercare scuse sono poi uccisi, o meglio, come non sono riusciti ad entrare alle nozze in terra, non entreranno alle nozze del cielo. Riguardo al vestito delle nozze, questo è un richiamo alla veste bianca che riceviamo il giorno del nostro battesimo. Durante il corso della vita la macchiamo, e non poco. Ma grazie al sacramento della confessione, ovviamente celebrata con reale pentimento, possiamo smacchiare questa veste e sta a noi fare ciò. Se ci presenteremo con la veste bianca allora potremo rimanere nel Regno e godere della festa senza fine, d’altro canto saremo espulsi e lì sarà pianto e stridore di denti.

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Di Walter Di Gristina

- Studente di giurisprudenza - Giovane francescano - amante della giustizia, dello sport, della buona cucina e della filosofia.