Pace e bene e bentornati nella nostra rubrica, quest’oggi approfondiremo delle figure che sono spesso presenti nei brani evangelici ma mai posti sotto la lente d’ingrandimento: i farisei e, ancora più importante, il loro atteggiamento e il loro stile di vita.
Il brano propostoci domenica dalla liturgia, vede Gesù rivolgersi ai suoi discepoli e li mette in guardia dal comportarsi come gli scribi ed i farisei. I farisei erano i maestri spirituali del popolo d’Israele ed in virtù di ciò hanno cominciato a perdere lo spirito di servizio lasciando spazio alla vanità ed alla presunzione. Difatti, come dice Gesù, si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei saluti nelle piazze e via dicendo. Questi loro atteggiamenti interiori vanno a ledere la loro stessa autorità e la loro credibilità, possiamo bene citare un famoso proverbio e dire che i farisei predicavano bene e razzolavano male. I discepoli del Signore, invece, sono chiamati ad avere atteggiamenti supplici e fraterni e mai sopraffare gli altri guardandoli dall’alto verso il basso. Ci aiuti in questo l’esempio di S. Paolo, il quale avrebbe dato la vita stessa per le nuove comunità a ragion del suo apostolato, come egli stesso ci dice nella seconda lettura. Anche la Santa Vergine e S. Francesco ci aiutino con la loro intercessione a rifuggire dall’orgoglio e dalla vanità ed a essere miti e docili e pronti al servizio per i fratelli. Con questo animo saremo credibili e la nostra parola avrà autorità, perché la vera autorità si basa sul buon esempio ed è sempre un aiuto mentre se vissuta al modo dei farisei diventa opprimente e base di conflitti tra fratelli.
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