Ennesimo ricordo del Professore Antonino Russo, e anche in questo caso basta un aneddoto per aprire un mondo, Buttitta era orgoglioso delle sue origini? lo sarebbe anche oggi?
L’ultimo mio incontro con il poeta dialettale Ignazio Buttitta è avvenuto a Roma, alla fine degli anni sessanta, presso la sede del sindacato Nazionale Scrittori. Eravamo a Roma per eleggere il segretario nazionale del Sindacato, lo facevo parte della delegazione napoletana ed egli di quella siciliana, Appesa ho visto il poeta gli sono andato incontro per salutarlo. Appena ho detto “sono di Bagheria”, il poeta ha fatto dietro front ed è scomparso, Ho cercato il figlio Pietro che avevo visto un attimo prima e gli ho raccontato l’accaduto.
“Non ci far caso – mi ha detto Pietro – mio padre è strano”.
Da quel giorno non ho più avuto occasione d’incontrare il poeta Buttitta.
Io alla fine degli anni cinquanta avevo frequentato la scuola media “Carducci” di Bagheria, nella sezione maschile. la figlia del poeta, Aurora, era nella sezione femminile. Le nostre aule erano una di fronte all’altra. La mia aula aveva la porta d’ingresso sotto le scale che portavano al primo piano. Le finestre davano nel corso Umberto I°. Allora non esistevano le classi miste. Io ho frequentato per tre anni la classe maschile e lei quella femminile. Di contatti tra maschi e femmine non si parlava nemmeno. Io e la figlia del poeta, quindi, non ci siano mai incontrati e non ci siamo mai salutati. Uscendo dalla scuola media, io sono andato all’Istituto Magistrale a Palernmo e lei ha frequentato il ginnasio e il liceo a Bagheria. Anche questo ha fatto sì che io e il poeta Ignazio Buttitta non si abbia avuto occasioni d’incontri. E’ stato un vero peccato. Mi sarebbe piaciuto indagare sui rapporti di Buttitta con Castrense Civello e Giacomo Giardina. Non ho mai saputo se tra i tre personaggi siano intercorsi rapporti regolari. Ignazio Buttitta, comunque, è stato dei tre quello che si è maggiormente inserito in ambito culturale internazionale.
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