Gio. Nov 21st, 2024

di Francesco Paolo Provino
Si parla molto di inserimento della natura in città, ma pochi tengono in conto che, nei contesti urbani, il paesaggio è funzionale alla vita delle persone. La mediazione è indispensabile e il segreto sta nell’apprendere come utilizzare la natura, rispettando le leggi, per creare sistemi stabili che permettano di prosperare e resistere a servizio e non in contrasto con il costruito.

Parola d’ordine: generare visioni anticipatrici, basate sulla conoscenza e sull’uso sapiente delle risorse naturali, ciascuna nel proprio contesto.
Non solo maxi piani strategici per mitigare il calore ma anche l’impegno locale e puntuale delle amministrazioni e di privati cittadini per fare la differenza attraverso lo sviluppo di interventi mirati, che puntino alla manutenzione del patrimonio arboreo esistente, all’inserimento di installazioni bio-based nei contesti urbani per la mitigazione del calore, alla deimpermeabilizzazione dei suoli o all’uso di tecnologie e sistemi innovativi nella costruzione o nel recupero di immobili per combattere il surriscaldamento, favorire l’uso di acque meteoriche e dare vantaggio al ripristino della biodiversità. Ecco un mix di azioni puntuali che sommate, non solo fanno bene all’ambiente, ma migliorano l’estetica e vivibilità metropolitana generando esempi virtuosi per la collettività.

Tokyo, credit img @Heatherwick Studio

Trasferire queste riflessioni in linee guida per la revisione di quello che si chiamava Piano Regolatore Generale, con l’acronimo P.R.G. oggi P.U.G. Piano Urbanistico Generale (L.R. 19/2020) costituisce il punto di partenza per una amministrazione comunale che tiene in considerazione il benessere della città. Occorre, quindi, creare le condizioni per moltiplicare piccoli interventi di piantumazione depavimentazione, ombreggiamento, attraverso soluzione di nature-based, attraverso la creazione di aree umide o di sistemi per la ritenzione dell’acqua. Micro-azioni che devono essere distribuite il più possibile in tutta la città, per ridurre la durezza del paesaggio urbano coinvolgendo sia la Pubblica Amministrazione che i cittadini in contesti in cui la proprietà privata delle aree verdi è molto diffusa. Occorre studiare strategie pubbliche per spingere i cittadini a contribuire allo sforzo comune, l’atteggiamento del “Nimby, not in mybackyard” va ribaltato nel concetto di “proprio nel mio giardino”. Tutti devono avere consapevolezza di come singole decisioni, ad esempio nello scegliere le specie arboree per appezzamenti a servizio delle ville e abitazioni, finiscono con l’avere un impatto sulla collettività. L’intelligenza nella pianificazione anche di una piccola amministrazione sta nel definire un quadro comune di regole per guidare gli abitanti nel valorizzare ciò che esiste.

rendering CVA Energie S.r.l. a s.u

L’obiettivo è ripensare al design del paesaggio urbano con uno sguardo che contempli il benessere multi-specie, non solo dell’uomo, ma di tutti gli organismi che vivono nelle nostre aree costruite e che possono trarre beneficio da una sapiente progettazione del verde, mirata a includere la biodiversità. Senza dimenticare che, la natura, in tutti i casi, e anche in città non è un lusso o un semplice arredo, ma è uno degli elementi che contribuiscono a creare il contesto e il senso di appartenenza dei luoghi. Per questo le scelte che operiamo devono essere ponderate e a volte occorre riscoprire come la soluzione più semplice sia anche la più efficace ed accessibile.

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Di Redazione

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