Nascosta nell’escamotage letterario una riflessione, che non può passare in sordina. Le recenti ricostruzioni di Fiorello e Lepore hanno risvegliato la voglia di verità sulla vicenda dei martiri di Giarre, ricca di silenzi e riletture inaccettabili per chi, oggi, come allora, combatte per il sacrosanto diritto di essere se stesso.
E come sempre, Il maestro Di Salvo, parte integrante del tessuto culturale della città, è un fiume in piena e gli lasciamo la parola, facendoci da parte.
“San Giorgio e San Toni da Giarre mi sono apparsi nella notte e mi hanno detto cosa in Italia non si è mai fatto: un processo alla classe politica omofobica dell’ottobre 1980. La loro omertà, il loro silenzio fu complice di quelle affrettate e non convincenti indagini dei Carabinieri. BASTA CON GLI INTELLETTUALI ALLA PARTITOCRAZIA ASSERVITI.”
Così attacca il maestro in pensione.@
“San Giorgio da Giarre vaga fra le beatitudini del Paradiso. Là Iddio non ha volto e v’è assenza di tempo. E’ sempre con Toni, anima santa pure lui in amore palese che energia irradia nel Cosmo. E c’è il solo movimento che non è tempo. E’ da lì che arrivano nella Terra, ma non a tutte le persone!,
Gli insight , sì le intuizioni, i lampi di cui ci ha parlato Jiddu Krishnamurti nel suo libro “Il tempo finisce”.
Giorgio e Toni mi sono apparsi belli più che mai. Giorgio mi ha detto che ha sempre apprezzato i miei insight fin dalla loro scomparsa, lontano 17 ottobre 1980.”
“La Sapienza di Giorgio deriva dagli studi fatti coi Salesiani. E per otto anni. Mi ha raccomandato, però, di non farmi monaco:
sarebbe come diventare uomo d’affari, col rischio di vivere il sesso proprio come chi si contorce nei meandri degli scambi. Per chi non è monaco il problema non si pone. E un religioso per definizione non può essere legato al commercio. La castità è mera ipocrisia e, fatte le dovute eccezioni, come tu hai imparato leggendo “Zorba il greco” di Nikos Kazantzakis, fra diversi monaci oranti regna il fotti fotti: ciò che si tace al mondo è delitto.
Già: “delitto” deriva da “delinquo” che vuol dire “mancare”, “venir meno”. Ossia “venir meno” ad un presunto “ordine morale”. Quando mi trovavano in macchina a fottere venivo denunciato: le mie clandestine pulsioni erano atti osceni. A mio padre venivano i brividi. Mi odiava. Si vergognava di me. Ma io pur avendo studiato dai Salesiani, salesiano non ero. Né potevo imitarne taluni comportamenti. Leggevo i giornali e seguivo le battaglie del FUORI! e del FUORI! di Palermo.
Decisi di non farlo più di nascosto. Portai i miei sentimenti alla luce. Camminavo per le vie di Giarre mano nella mano con Toni: sapevo che l’amore vero da noi ostentato avrebbe scatenato le ire di tanti poveri infelici compaesani. Non ti dico cosa usciva dalle loro bocche. Erano raffiche verbali che uccidevano dentro. E ogni giorno. Tutti sapevano. Nessuno intervenne a nostra difesa. Nessuno. In pratica non potevamo esistere. Fummo prelevati da volti famigliari. Ammazzati, poche ore dopo, con un’esecuzione nazista. Il braccio familistico-mafioso sparò prima un colpo nelle tempie di Toni: io, Giorgio, dovevo essere ammazzato due volte; prima assistendo all’esecuzione di chi tanto amavo, poi, ma ero già morto, ci furono due colpi di pistola contro le mie tempie. Orchestrarono un presunto doppio suicidio, poi parlò il nipote di Toni e disse che fu lui, tredicenne, a sparare, poi Francesco Messina ritrattò e denunciò pure che i Carabinieri lo picchiarono e minacciarono. L’Arma smentì. Ma noi fummo ammazzati. La complicità divenne campo largo. Fummo ritrovati puzzolenti. Alla madre di Toni doveva essere consegnato il corpo, almeno questa grazia chiedeva: poterlo rivedere per l’ultima volta per seppellirlo. Per loro l’arrusu ero io, e anche la mia puzza, il mio fetore venne offerto alla mia onorata famiglia.
Il libro di Francesco Lepore è utile per percepire l’assenza di INSIGHT, ma, pur dovendo conciliare tante informazioni diverse, il Cielo da lui mostrato resta ricco di nubi a pecorelle. Solo nei tuoi documenti, Giuseppe, ho colto la percezione pura di quella tragedia e hai sempre avviato azioni sostenute da logica e razionalità. Sei un lampo continuo che squarcia le tante oscurità.
Ma Lepore merita gratitudine: tra le sue righe si colgono raggi di luce fra tante eclissi. Peccato che nessuno abbia registrato il tuo intervento del 6 novembre 1980 all’interno della Biblioteca comunale di Giarre; fu talmente incisivo e applaudito che nessun giornale riportò alcuno stralcio delle tue accuse (fra l’altro illustravi il Manifesto che con tuo fratello Enzo avevi appeso lungo il Corso Butera di Bagheria!), se non “La Sicilia”, il cui cronista riportò che bestemmiavi, non volendo evidenziare la tua impietosa avversione contro tutti i partiti e contro Wojtyla, i quali sul nostro delitto non pronunciarono parola: la dimostrazione che quel doppio omicidio, con le loro omissioni e con la loro omertà, si rivelò complicità, ossia “venir meno”, “delinquere” verso la pietà.
Noi siamo qui, loro moriranno tutti.
Cosa disse Enrico Berlinguer? Nulla. Addirittura creava, tramite l’Arci, un “delitto” parallelo con chiaro intento di distruggere il FUORI!! I comunisti, loro!, che ci avevano insegnato che omertà è complicità! Non stamparono neanche un volantino! Non sollecitarono, visto come andavano le indagini, il Ministro dell’Interno DC Virgilio Rognoni.
Se avessero trovato morti ammazzati due sindacalisti democristiani o comunisti avrebbero tenuto la stessa condotta politica? O nella Caserma di Giarre e in Procura sarebbero arrivati, vista la stranezza investigativa, degli ispettori? Fra l’altro si può interrogare un minore senza il supporto di figure più rassicuranti dei carabinieri di allora (come siamo felici di vedere oggi l’Arma che crea i picchetti d’onore quando due donne o due uomini carabinieri si uniscono in Unione civile!!!)?
Cosa disse l’omofobo Bettino Craxi e il Partito Socialista? Omertà!
Come mai il repubblicano Spadolini, lui che certamente amava Settembrini, non sollecitò il ministro democristiano di Grazia e Giustizia Adolfo Sarti? Non sentivano, ma certamente sapevano!
Ed Emilio Colombo, ministro DC per gli Affari Esteri? Quali vantaggi crea l’omosessualità di classe magari sniffando sniffando?
E Flaminio Piccoli, segretario della DC? E i laici Valerio Zanone (PLI) e Pietro Longo (PSDI)?
E Sandro Pertini che pure si apriva alle persone trans? Tutti morti. Morirono allora soffocati dal loro silenzio. E nessun giornalista allora li fece parlare. Nessuno li cercò. Come mai lo stesso Pannella si rifugiò in un’analisi antropologica legata ai riti sacrificali e non ebbe l’Insight come quello vissuto con la tragedia legata alla morte di Giorgiana Masi?
(Del resto che amasse anche gli uomini lo rivelerà solo decenni dopo!).
Lo stesso papa Wojtyla non pronunciò parola: se fossero stati trovati morti due sacerdoti abbracciati? Non avere INSIGHT in Vaticano ce la dice tutta su questa religione! Del resto era meglio attaccarli i gay; ma se banchieri, come Marcinkus, lì si proteggevano! Spiritualità degli affari!
Caro Giuseppe, questo DOCUMENTARIO NESSUNO LO VUOLE FARE. Va, invece fatto, per ridare ordine alla Storia: tutto questo racconto disordinato produrrà altra morte. E non servono i romanzi della Di Natale, la Stranizza di Valerio La Martire, il film di Fiorello, tanti interventi di inutili menestrelli o cantastorie: sono tutti palliativi; e gli eredi di tutti questi partiti morti non sono credibili, fanno passarella e finiscono per giocare con la pietà come mero prodotto di consumo.
Se sono questi gli intellettuali italiani altro che lampi! Gozzovigliano nell’oscurità. Sono esecutori del “dettato” di regime. Tutto si muove all’interno di un rinnovato “Istituto Luce” di fascista memoria. Lo stesso elogiabile libro di Lepore ci fa vivere il concetto di “HYSTERON PROTERON” (l’ultimo come primo), anche questo appreso dai Salesiani: si coglie l’inversione temporale degli avvenimenti: 1980: “caso insoluto” e le battaglie del movimento lgbt+ in Italia; ma i presenti a Giarre erano gay del FUORI! E tu, Giuseppe, sei stato il solo ad accusare il silenzio e l’omertà complice di tutta la partitocrazia! Se ho tempo scenderò agli Inferi per intervistare tutte queste anime dannate morte. Alcune sono in transito. Visto che da voi non l’hanno mai fatto i sedicenti vivi! Purtroppo non potrò valutare il documentario di Lepore: certe cose della Terra, pur se onorevoli, non arrivano in Paradiso. Ma serve ancora sapere come si viveva l’omosessualità allora (chi fra noi froci e amici degli arrusi non conosceva le varie oscure valli dei lebbrosi?!), o occorre processare, per semplicemente rinnovare la storia, quei politici che negli angoli bui la facevano vivere con moti e scatti da arpie? L’INSIGHT è come il coraggio, non si può dare a chi non ce l’ha!
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Mi sveglio. I sogni, talvolta, è bene riportarli subito, altrimenti si dimenticano. Nel dì di Stonewall.
Bagheria, 28 giugno 2023
Giuseppe Di Salvo
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