Gio. Nov 21st, 2024

Pace e bene e ben ritrovati a tutti i lettori di questa rubrica. Ieri abbiamo celebrato la venticinquesima domenica del tempo ordinario. La pagina di Vangelo, ad un ascolto superficiale, può dare fastidio ma, invece, fa trapelare la grandezza di Dio e quanto i suoi pensieri, come ci dice la prima lettura, siano diversi dai nostri.

Il brano proclamato ieri è tratto dal Vangelo di Matteo e narra una parabola raccontata da Gesù, la parabola del padrone di una vigna che chiama a giornata dei lavoratori. Il padrone esce a chiamare lavoratori più volte durante la giornata, alle sei, alle nove, a mezzogiorno, alle tre e alle cinque di pomeriggio ed a tutti promette la medesima ricompensa, un denaro. Alla sera tutti i lavoratori ricevono il denaro che gli era stato assicurato ma i lavoratori delle prime ore pensano di ricevere di più dato che hanno lavorato di più e, in aggiunta, sopportando il caldo ma così non avviene. Soffermiamoci quì un attimo, intanto il padrone della vigna è Dio, gli operai siamo noi, suo popolo, e la vigna è il nostro pianeta. Dio ha un sorprendente modo di agire: chiama e promette. Si, chiama, anzi ci chiama, a lavorare per Lui e lo fa sempre, ora in questa parabola tutti i lavoratori accolgono subito l’invito ma tante volte noi rifiutiamo Dio e, nonostante ciò, Egli verrà di nuovo a chiamarci. In più promette, quel denaro è il suo regno, che è uguale per tutti. L’insegnamento che dobbiamo portarci è provare a vivere lo stile di Cristo ed uscire dal nostro raggio limitato. Tutti ci possiamo immedesimare nei primi lavoratori, secondo la nostra logica è giusto che essi ricevano di più ma commettiamo un errore che non vediamo. Così facendo entriamo in competizione con l’altro, in maniera egoistica aggiungerei, mentre Dio ci vuole uniti ed amici e per esserlo tratta tutti alla stessa maniera. Questo nostro atteggiamento di chiusura fa male a tutti, quando la Chiesa si chiude in se stessa, dice papa Francesco, si ammala quanto mai possibile. Aggiunge che la Chiesa, esattamente come il padrone nella parabola, deve essere in uscita; anche se questo può causare ferite ed incidenti ma è meglio una chiesa incidentata che una chiesa ammalata di chiusura perchè non sono tanto i risultati ma la nostra disponibilità che guarda Dio ed alla generosità con cui ci mettiamo al suo servizio. Per concludere, se noi ci consideriamo servi inutili senza pretese non ci dispiacerà la volontà di Dio, saremo assai felici di avere un Dio così giusto e misericordioso.

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Di Walter Di Gristina

- Studente di giurisprudenza - Giovane francescano - amante della giustizia, dello sport, della buona cucina e della filosofia.