Gio. Gen 2nd, 2025

Quando i valori sono veri, poco contano i retroscena e gli effetti speciali e nella semplicità nascono i grandi messaggi diretti al cuore di tutti.

La comunità dei giovani francescani che fanno capo alla chiesa di Sant’Antonio a Bagheria, ha messo in scena, sabato 28 dicembre, come ormai è diventata consuetudine, un presepe vivente negli spazi esterni della parrocchia.
Per quanto certi escamotage scenici possano risultare ingenui fino all’ilarità, è indubbio l’alto valore del messaggio che travalica quello religioso, diventando dettame di comunità non solo locale. Il poverello di Assisi, più di tutti ha incarnato il senso del cristianesimo di servizio, del Gesù che si spende per gli altri, per il conforto anche terreno, fosse solo con un atto consolatorio.

Il riconoscersi nei bisogni degli altri è lo spirito che ha guidato questo presepe vivente dal carattere itinerante, in un accostamento (non appaia offensivo), tra alcune raffigurazioni della sofferenza moderna dell’uomo e le poste di una nuova via crucis, in cui la croce è condivisa da tutti, e Gesù porta conforto prima ancora di venire al mondo.

Saranno infatti San Giuseppe e la Madonna con il bimbo in grembo, a visitare un campionario eterogeneo di umanità indifesa: popoli lontani nel tempo e nello spazio, e popoli vicinissimi, ugualmente afflitti da sopraffazione, povertà, guerre: piaghe dell’uomo, per l’uomo. Fra questi uomini emerge la figura di Biagio Conte e la sua missione.
Per quanto il valore religioso della manifestazione non mi appartenga, è innegabile il fascino che ha la forza dei valori condivisi, in un atto di fede che è sofferenza ma che è anche di gioia ed esplode nella danza dei giovani davanti all’Uomo appena nato.

Il valore di comunità espresso dai giovani della comunità francescana mi ha scaldato il cuore e mi ha dato speranza, come mi era capitato anni fa con un gruppo di altri giovani che si riconoscevano in altri valori di solidarietà più specifica, con un approccio sincero alla tematica che trattavano, resistendo al tentativo fagocitatore di chi portava avanti ben altri interessi.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.