Gio. Nov 21st, 2024

Numerose le bacheche social dei nostri amministratori che hanno ricordato ieri la figura del giudice Borsellino: praticamente una o due! Due eroi ridotti ad un santino, troppo scomodo da esporre.

Scomodi come per quella gente (indimenticabile) che li contestava nei talk show. All’epoca di quelle trasmissioni in Tv, entrambi potevano immaginare. Lui ebbe la certezza che era solo questione di tempo. Furono meno di due mesi.
Riguardare le loro interviste e riguardare sopratutto le sue, dopo Capaci, per noi che li avevano visti eroi di una Palermo che voleva risorgere, lascia oggi, a 31 anni di distanza, ancora sgomenti. Le mascelle tirate ad ogni risposta pensata e pesata, mentre la cenere cadeva dalla sigaretta consumata dalla lunghezza della risposta stessa. Le pausa che parlavano più delle parole. Quei filmati ingialliti degli anni ‘90 quelle rughe scure dei volti, quella cadenza tutta nostra nelle interviste oggi rischiano di non valere niente. Certi vergognosi contestatori di allora sono di nuovo in giro, a parlare della buona politica. La loro terza generazione e li a portare la pace, pace nei corridoi della burocrazia dove di nuovo si è tornati a sperimentare il liberi tutti.
Non era vero che tutti combattevano per quei valori: c’era chi combatteva con la bandiera di quei valori, solo perché arrivasse il suo turno.
Nelle pieghe della burocrazia oggi l’illegalità ha un biglietto da visita che si chiama: “non è opportuno”. Dietro questo biglietto da visita di nascondono le stesse porcherie di una volta, alcune hanno avuto legittimazione nelle scelte folli di alcune semplificazioni, altre restano come allora legali ma da evitare, altre sono quel che sono: gestione occulta di potere.
Essere virtuosi è una scelta impopolare oggi come 30 anni fa. Essere virtuosi significa essere nemici della pace. Bisogna lasciare correre, lasciare fare: “ lasciamoli lavorare”.
Oggi mio figlio ha la stessa età che avevo io nel ‘92 e gli stiamo consegnando un mondo pronto ad essere quello di allora. Perché la modalità è cambiata, ma la presenza sul territorio no, e le infiltrazioni, in certe realtà locali, se si vuole guardare bene, sono sotto gli occhi di tutti.
Quando si parla sempre e solo di appalti e di finanziamenti e di poco altro, è evidente che le cose non sono molte diverse da allora.
La memoria di cose sempre più lontane nel tempo e nella quotidianità, diventano le nuove priorità, rendendo molto comodo la perdita della memoria più recente.

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t.me/linchiestadibagheria

Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.