La legalità: questa sconosciuta. La città abbandonata a se stessa, mentre chi la amministra è in tutt’altre faccende affaccendato.
Mai ci stancheremo di ripetere, che non esiste modo migliore di educare un figlio, che impartirgli il buon esempio. Il ruolo di genitori di una città è certamente dei suoi amministratori. A loro il compito che i meccanismi civici, i canoni della socialità, e di quelle forme di legalità (che non scadano nel penale richiedendo altro tipo di interventi), vengano rispettati.
La tolleranza, e l’indifferenza con cui si è guardato al territorio bagherese, trovano la massima espressione nella vicenda del cantiere sequestrato in via primo Monaco, che l’amministrazione continuava a chiamare per mera propaganda, riqualificazione di contrada Monaco.
Posto sotto sequestro diversi mesi fa per una vicenda che riguardava lo smaltimento di rifiuti, oggi è specchio della città voluta da questa amministrazione. La macchina che parcheggia all’interno di un cantiere sottoposto a sigilli da parte dell’autorità giudiziaria, o l’attraversamento a piedi con le buste della spesa, tra i rifiuti e il materiale su cui si sta svolgendo un’indagine, illustrano perfettamente un punto di non ritorno.
Gli stessi sigilli sbiaditi e non leggibili, il varco aperto per consentire la fruizione, l’usanza di parcheggiare lungo la recinzione invadendo buona parte delle careggiata, fanno da contrappeso al racconto che si tenta di fare di quella zona.
Che parte di questa città sia figlia legittima di questa amministrazione lo si legge perfettamente nella stessa identica convinzione di potere fare impunemente quel che passa per la testa, qualunque sia, come nei fumetti, la LAMPADA, che si accende.
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