Mar. Set 17th, 2024

Ma anche meglio prima, se tardi significa 5 anni di amministrazione che su certi temi non si è “presentata.” Una condotta a Mongerbino gestita da un amico, per gli amici, lasciando fuori in molti, per pochi metri di tubo, e una viabilità impazzita che la rotonda, soprattutto quella tra via Libertà e via Città di Palermo, non potrà migliorare.

Dopo 5 anni di silenzio sui semafori, e dopo essere stati i principali fautori dell’incredibile peggioramento della situazione del traffico in città, la buona notizia è che, questa amministrazione realizzerà due rotonde, come al solito sono ancora da appaltare, ma almeno c’è l’atto di indirizzo. L’intuizione avuta nel 2019 dall’amministrazione Cinque, sarà attuata prossimamente, e potrebbe migliorare non poco la viabilità seppure, purtroppo non ci sarà Goldrake a controllare, l’andamento della cosa.

Solo il robottone di Go Nagai potrebbe vigilare sull’efficienza di una rotonda nell’incrocio tra via Libertà e via Città di Palermo, considerando che la congestione, in quel punto, ha il nome e cognome di un paio di esercizi commerciali, che occupano marciapiedi e strada carrabile, e la cui clientela non particolarmente virtuosa, parcheggia ad mentula canis.
Si avrà il coraggio di riportare un’attimo di legalità a favore del viabilità? Perché altrimenti la rotonda in quel punto sarà la mazzata definitiva.

Della vicenda dell’emergenza idrica risolta (se si farà in tempo) a settembre, scriverne e come sparare sulla croce rossa, considerando la gestione praticamente privata della condotta di Mongerbino. Il dirigente generale del dipartimento regionale della protezione civile, Salvo Cocina, in una dichiarazione al Giornale di Sicilia, fatta oltre una settimana fa, indicava come colpevole il ritardo del ricorso ai pozzi da parte dei sindaci (lo dice lui, non noi).

Maggiormente colpevole se, come nel nostro caso, già il 7 giugno scorso, in una riunione con gli agricoltori, questi stessi avevano suggerito, la soluzione pozzi, ma non si era potuto trovare il denaro per cominciare i lavori di messa in pristino, scegliendo di attendere i soldi della regione. Allora ci chiediamo: ma perché i soldi per gli amici si trovano sempre anche se non sono necessari (vedi GoMad travestita da Clamore, o vedi la solita associazione di volontariato)?
Sono queste incongruenze che non ci consentono alcun ottimismo, e ci pongono in una posizione nei confronti di chi amministra questa città, che non è critica a tutti i costi, non è un attacco alle persone, ma ai metodi, e ci danno lo spunto per affrontare diverse questioni.
Chiunque ci abbia visto di persona, nei tavoli di confronto, approcciare le problematiche cittadine, senza orpelli politici, sa che siamo stati propositivi sempre. Chiunque sia dotato di onestà intellettuale sa anche che alcune delle proposte programmatiche, per alcuni temi specifici, sono figlie nostre primigenie. Chiunque abbia a sua volta capacità di critica, sa che l’individuazione di un problema, e già una proposta di soluzione sic et simpliciter.

Il gioco di attribuire a noi una critica costante per presa di posizione, è spesso utile per consentire a certe scelte che mancano di trasparenza o di opportunità, sfiorando troppo da vicino il concetto di clientela, di essere attuate. Preoccupante poi, che si mobilitino trasversalmente personaggi diversi di questa amministrazione, prestandosi a vario titolo a difesa di quelle iniziative, che hanno i connotati di cui sopra, dando la netta impressione che, in caso analogo, tutti si attiverebbero allo stesso modo, a garanzia e tutela degli amici.

Se già è inaccettabile che ciò avvenga da parte di membri della maggioranza, gente che ha gli strumenti culturali per valutare le cose e magari anche una estrazione politica per cui gli umili verrebbero prima degli altri, è ancor più colpevole che ciò avvenga anche dalle file di una parte di opposizione già fortemente minoritaria, evidentemente non adusa a veicolare i messaggi e le proprie posizioni rispetto al mandato conferito e rispetto al partito nazionale che si rappresenta, ma anche rispetto a quel che si vuole davvero comunicare, affidandosi a chi la comunicazione non sa dove sta di casa.
Oppure ancora risulta difficile dovere rintracciare aderenze con la realtà in una statistica folle secondo la quale le utenze di un solo giorno diventano la media giornaliera da moltiplicare per i giorni totali di un servizio, oppure appaiano personalità che nessuno riesce a rintracciare nella vita reale, a rinfrescare la memoria di iniziative che lasciano il tempo che trovano, perché nascono già vecchie.


Sempre più si ha la sensazione che da un lato ci sia una comunità che si disinteressa della realtà, ha il suo tornaconto, o attende che si compia il tempo per averlo e con immenso piacere si lascia prendere in giro, e dall’altra una parte di cittadini che vorrebbero la normalità nell’erogazione dei servizi e una città a misura d’uomo e non di elettore o di amico degli amici.

Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.