E ora il quadro offre altre interessanti alternative. È successo quello che il sindaco uscente temeva. Traballa il pensiero unico. Ma soprattutto si aprono nuovi scenari, mentre attendiamo gli schieramenti.
Il nome non è quello che ci si sarebbe atteso, ed è stato la sintesi di tanti interessi di poltrona, ma come biasimare questo modo di scegliere se dall’altra parte il poltronismo e la curatela delle lobby e dei potentati sono la parola d’ordine?
Bisogna inoltre riconoscere la coerenza di avere messo i simboli nazionali ad affermare la propria identità, cosa che manca completamente tra le liste del sindaco uscente.
Pare che la coerenza sia anche in casa Nuova Democrazia Cristiana il cui patron sembra proprio abbia cercato in tutti modi di garantire Tripoli, tornato forse alla destra del padre spirituale, come l’accordo Cuffaro-Renzi sembrerebbe dimostrare, e come sottolineano delle satiriche clip, che girano sui social.
Cosa diversa però sarà trasformare il dissenso di quegli esponenti transitati nello scudo crociato, che con il sindaco uscente non voglio avere a che fare.
È molto probabile che si assisterà ad una diaspora.
Un lavorìo di fresa e pialla quello della propaganda tripoliana che si è appellata persino alla futura eventuale, lontanissima probabilità dell’approvazione della figura del consigliere supplente per convincere i candidati ad esporsi in alcune liste in cui i fedelissimi sono blindati.
Il quadro oggi sembra completo:
Filippo Maria Tripoli coi simboli nascosti, tutta la vecchia amministrazione rimasta, il buon Biagio Sciortino che ha lavorato a rompere la destra, e lobby varie, vecchie e nuove, ed il molto probabile appoggio dei vecchi papà politici al centro e a sinistra;
Tommaso Massimo Gargano, che ha dalla sua parte, un centro-destra compattatosi, incubo dell’uscente sindaco e che sulla carta ha i numeri matematici per portarlo al ballottaggio e il traino di un governo nazionale che su un certo settore economico ancora ha il suo appeal;
Giuseppe detto Pino Fricano su cui converge il dissenso e le istanze del territorio incarnate nella lista ReteCivica-Bagheria inComune, che ha smosso opinione ed è stato al fianco dei cittadini, evidenziando moltissime mancanze dell’amministrazione, ma anche la competenza dell’ex sindaco in moltissimi settori organizzativi, e che nonostante proprio la figura dell’ex primo cittadino , rimane un unica ventata di novità;
Rosario Giammanco, che con la sua esperienza in consiglio, ha avuto ad oggi il coraggio di correre da solo, nonostante tutte le difficoltà del caso.
Chi oggi lamentava la mancanza di alternative, è accontentato. Dobbiamo solo sperare che adesso le segreterie stiano zitte, tacciano, e facciano parlare la nostra città, perché anche il dissenso che ha preso coraggio sui social, cominciando ad esprimersi, possa trovare un sfogo nelle urne, magari favorendo qualche outsider, che all’opinione e alle istanze del territorio ha votato la sua opera.
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