La famigerata imposta turistica, in una città che non offre NESSUN SERVIZIO al turista è una emerita sciocchezza.
Bagheria non è una città votata al turismo, prova ne sia il fatto che chiunque di noi vada a a Palermo, Monreale o Cefalù troverà le città ancora piene zeppe di visitatori sopratutto stranieri, nonostante la classica stagione sia finita, e a Bagheria invece non ne vedrà se non di passaggio e sporadici.
La tassa di soggiorno in una qualunque città che offre servizi in direzione dell’accoglienza ha un suo perché, poiché i proventi sono vincolati al miglioramento dei servizi a corredo dell’utenza turistica.
Per capirci: il funzionamento dei Centri di Informazione Turistica, CIT, piuttosto che la stampa di materiale informativo, se non la copertura economica di offerte concordate con il gestore del servizio di trasporto pubblico ecc ecc ecc. sono tra le cose realizzabili con i proventi della tassa di soggiorno.
Da molto tempo facciamo un battaglia specifica contro una informazione trionfalistica che propaganda iniziative che non si traducono mai in dati concreti sui flussi.
Qualunque operatore del settore dotato di equidistante onestà intellettuale sa che la programmazione turistica, gli interventi e gli stessi eventi, vanno di pari passo coi dati statistici e con l’analisi dei flussi che comprendano notizie riguardanti, soggiorno medio, soggiorno minimo, tipologia di viaggiatori (turistico, leisure, commerciale, ecc ecc) ma anche coppia, famiglia, gruppo di amici, e tanti altri parametri (chi scrive è un operatore del settore dal 2004).
Il motivo per cui Bagheria non è nemmeno la metà di una meta turistica (mi sia concesso il calembour), è probabilmente contenuta nella voglia di apparire piuttosto che nella voglia di essere, alla quale si aggiunge la necessità di scontare cambiali elettorali, per esempio quella coi fantomatici comitati tecnico-scientifici.
Ed in questo meccanismo elettorale si contestualizza perfettamente la polemica del Presidente del Consiglio Comunale, Andrea Sciortino, dimentico del fatto che è lui a redigere l’ordine del giorno delle sedute e dirigere i lavori in aula, e che per questi motivi sapeva perfettamente cosa e come sarebbe stato votato. L’ astensione inoltre non è una presa di posizione.
E non essendoci stata la presa di posizione pare evidentemente inutile la dichiarazione postuma (al voto in aula) rilasciata alla stampa, su quanto non sia d’accordo sul metodo e non sul contendere(????), che è sembrata una necessaria giustificazione nei confronti degli elettori asprensi, ma che resterà quella che è: una sceneggiata, perché mai e poi e per nessuna motivo, scioglierebbe la colla a quella poltrona così tanto desiderata.
Dice bene FdI in un comunicato stampa: prima della tassa di soggiorno si potrebbe pensare ai servizi essenziali per il turista ma anche per il cittadino come il trasposto pubblico, che è previsto nel Piano Triennale delle Opere Publiche, ma che non è evidentemente una priorità.
Dice bene ma dice tardi: queste battaglie potevano cominciare già da qualche anno, e poco cambia se gli uomini sono diversi quando la bandiera è unica e così tanto coesa nell’ideologia e nell’appartenenza.
Inutile affidarsi al singolo evento o alla catena di singoli eventi sperando che possano sostituire una pianificazione di incremento turistico. Intanto costano sempre al cittadino una barca di soldi con ingarbugliati patrocini oneROSSI (non è un errore ortografico) e poi sono manchevoli del valore universale dell’attrattiva, rivelandosi spesso percorsi di nicchia, alcuni di valore, ma sempre di nicchia e senza alcun riscontro di benefici sul territorio in termini di posti letto e di fatturato degli esercizi
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