Lun. Ott 28th, 2024

Mi capita per le mani un numero di un giornale locale che non le mandava a dire. E come tutti i giornali cartacei, essendo facilmente leggibili più e più volte, lasciavano il segno e una testimonianza molto diversa da quelli online.

Ecco spiegato perché si è fatto di tutto in questi anni, per affossare il giornalismo locale su carta: i social sono voce per tutti, e tutti possono permettersi nella più totale e becera ignoranza, di mettere in discussione tutto.
Ignoranti che non sanno sillabare un congiuntivo, contrastano il potere dell’informazione ridotto sempre più a marchetta per questa o quella fazione politica, o semplicemente per l’Amministrazione in carica al momento, o per il denaro commettendo illeciti, che il Dio a cui sono devoti, non perdonerebbe.
Quando una voce si ergeva anche solo dal piccolo giornale locale, era di per sé voce autorevole: l’ho letto sul giornale!


Era la frase che azzittiva tutti, a maggior ragione se facevi vedere la pagina (meglio se la prima di copertina) con il titolone.
Oggi è tutto un calderone dove il bravo giornalista bagherese D.O.C, vive di copia-incolla dalla pagina del comune e dai commenti sui social, senza cercare mai tra le pieghe degli atti, risvolti e riscontri. Chi prova a farlo è tacciato di essere di parte, se non pazzo o visionario, screditato, tanto che le stesse autorità che dovrebbero attivarsi nella direzione di capire meglio, prendono sottogamba gli eventi.
Eppure per esempio, leggendo le pagine di questo vecchio numero de il nuovo paese, del dicembre del 2008, in un articolo di Vincenzo Drago, trovavi gli stessi nomi, le stesse vicende, gli stessi burocrati, elencati senza paura.
Allora forse la leggenda imbastita a Bagheria con la complicità di tutti, in primis quella dei cittadini, che la mafia è sconfitta perché non se ne parla più, assume il terribile connotato che non se ne parla più per omertà, anche quella dei giornalisti.
E seppure oggi non ci sono eclatanti manifestazioni, piuttosto che pensare ad un fenomeno sopito, verrebbe da pensare ad un fenomeno incontrastato che non ha bisogno di eventi eclatanti. Il nemico si può querelare o isolare e denigrare sui social, che sono unico mezzo di denuncia rimasto dopo la morte della carta stampata.
Può un paese libero da certi condizionamenti, non trovare la forza per cambiare quei nomi?
Se non trova la forza, allora quei condizionamenti ci sono ancora!

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.