Ven. Set 20th, 2024

Un evento di grande richiamo con nuove collezioni, nuove opere ed una importante operazione mediatica. Peccato il pessimo retrogusto elettorale, una collaborazione con il privato che non sembra definita da atti pubblici e la scelta di non lanciare al momento un bando di concorso per la figura fondamentale di un direttore.

Con una fastosa cerimonia in pompa magna, si è aperto ieri il secondo piano di villa Guttuso, con una estensione delle opere esposte. Spazi recuperati dove troviamo anche opere di artisti locali contemporanei viventi (e qualche maligno dice anche votanti), collezioni private che, come da manuale, sono la genesi delle esposizioni museali, con opere di varia natura, installazioni, fotografia, oggettistica.

Alla conferenza stampa di presentazione, la presidente degli Archivi Guttuso Tiziana Cristallini Carapezza Guttuso e il direttore Scientifico degli Archivi Marco Carapezza, sindaco e vice sindaco uscenti di Bagheria, Filippo Maria Tripoli e Daniele Vella, due consulenti del comune, Dora Favatella Lo Cascio, ex Assessore Comunale ed ex Direttrice del museo e Lina Bellanca, passata dagli inflessibili uffici della soprintendenza alla consulenza. Sul palco anche il responsabile delle Direzione II “Cultura” Onofrio Lisuzzo e il direttore dell’azienda Duca di Salaparuta Roberto Magnisi.

Lo slancio culturale che il Museo Guttuso potrebbe rappresentare per la città, già individuato con l’amministrazione Cinque che aveva intercettato un finanziamento di 4 milioni di euro, oggi si rinnova nell’estensione del secondo piano. Si rinnova anche qualche polemica e non si rinnova però la visione artistica e quella di passerella politica per l’amministrazione uscente.
L’intervento del direttore del Duca di Salaparuta, che non risponde alle nostre domande sulla presenza di un atto pubblico che definisca ufficialmente i contorni della collaborazione (ad oggi irreperibile sull’albo pretorio), si disvela chiaramente negli intenti, mentre presenta il figlioccio alla cresima nella stessa medesima postura.

Vicino alla città di Bagheria e ai cittadini” non ci sarebbe stato male. Sarà un sottinteso, ma specificare sarebbe stato bello.

Vista l’apertura della Duca di Salaparuta alla diversificazione e alla creazione di poli attrattivi come dimostrano le recenti iniziative, magari in un futuro prossimo potrebbe anche occuparsi della gestione del creando polo multiculturale, una joint venture che sarebbe maggiormente garantita dalla presenza di questa amministrazione amica.

La dinamicità del museo a cui inneggia il direttore dell’azienda, cozza con la realtà delle cose. Il museo è ancorato al suolo e zavorrato dall’assenza di una figura di direttore che abbia davvero una visione dinamica e moderna. La professionalità della Ballanca e della Favatella (e in questo caso ricordiamo anche vicende che per fortuna furono cancellate come la gomma su una matita) è certamente frenata dalla mancanza di una carica che consentirebbe maggiore incisività. Ma mentre attenderemo ulteriori 5 anni per vedere un “concorso internazionale per la figura del direttore”, oggi, su richiesta dell’amministrazione che ha bisogno di qualcuno che si prenda la responsabilità delle scelte (che firmi gli atti), la soprintendenza ci manda l’architetta Silvia Bartolone, bagherese, che si è occupata di tutela paesaggistica (?) con la Bellanca soprintendente (le casualità… A volte). Anche questo cozza un po’ con una frase del direttore delle cantine Salaparuta quando prevede, senza dati alla mano, un aumento dell’occupazione: nemmeno una unità, nemmeno il direttore siamo in grado di assumere, e pensiamo a risvolti occupazionali?

Ultimo inciso è proprio la mancanza di dati su cui fare elaborazioni e previsioni o interventi. Non sono presenti e fruibili i dati sul numero di visitatori, tipologia, nazionalità, periodi di incremento o decremento, analisi costi e benefici ecc ecc ecc. La diffusione di arte e cultura se passa da un’amministrazione pubblica deve essere sottoposta a queste analisi, e la tanto citata trasparenza non può essere solo il mantra, ripetuto da tutti i relatori, dei certificati antincendio, come risposta alla polemiche sul concerto del 26 dicembre scorso che si dovette spostare per la mancanza di questi documenti.

A proposito di certificati e sicurezza…

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