Ven. Set 20th, 2024

La capacità del Professore Antonino Russo di indovinare l’argomento giusto al momento giusto a km di distanza, ci lascia sbigottiti. Proprio oggi il Comune di Bagheria festeggia il niente che ha fatto portando l’acqua alla Vignazza, solo che, ad aspettare, limoni non ce ne sono più!!!

Negli anni cinquanta per un contadino bagherese dire nno me locu, oppure nni mia, indicava il possesso di un terreno coltivato a limoni che dava da vivere ad una famiglia.

I limoni venivano lavorati nei magazzini e venivano spediti in buona parte all’estero, dove erano pagati bene. Intorno al limone lavoravano i contadini che zappavano la terra e davano l’acqua alle piante, lavoravano gli uomini che raccoglievano i frutti, operavano nei magazzini le donne che toglievano al limone il picciolo (o gambo) e sistemavano i vari pezzi in modo che la scatola potesse contenerne un determinato numero che consentiva di raggiungere un certo peso e vi lavorava un uomo che, guidando un furgoncino, trasportava le scatole alla stazione ferroviaria perché fosse effettuata la spedizione. L’osservazione del magazzino di limoni offriva uno spettacolo eccezionale: si potevano osservare donne e uomini intenti a lavorare facendo una serie di movimenti sempre uguali e veloci, volti alla perfetta riuscita di tutta l’operazione, Il tutto veniva effettuato a una velocità incredibile. L’odore intenso che usciva dal magazzino era caratteristico e inconfondibile. Anche il rumore era compatto e omogeneo. Credo che oggi non esistano più i magazzini perchè tutti i lavori vengono effettuati con l’aiuto della meccanicizzazione. E poi non credo che oggi si dia al limone il valore che gli si dava negli anni cinquanta. Un lavoro che negli anni cinquanta sembrava duraturo, ad un tratto è diventato provvisorio, per poi scomparire.

foto dall’archivio privato di Pietro Pagano

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Di Antonino Russo

Bagherese del ‘36, nel 1959 si trasferisce a Napoli per insegnare in una “elementare” nel popolare e pittoresco rione Vergini - Sanità. Si lascia coinvolgere dai fermenti culturali di Bagheria, dandosi proficuamente alla poesia, ma anche alla saggistica e alla narrativa. Collabora con numerose testate, è sociologo dal 1990.