Ven. Set 20th, 2024

L’apposizione di una targa commemorativa dei due giovani omosessuali, uccisi a Giarre nel 1980 ci da l’occasione di tornare anche sulla storia dei movimenti di tutela dei diritti gay.

Da qualche tempo la vicenda di Giorgio e Tony, è giustamente al centro di nuova attenzione, complice anche la trasposizione cinematografica realizzata da Peppe Fiorello, il recentissimo “Stranizza d’amuri”.

Questo ci da anche la possibilità di tornare su un argomento caro al Maestro Giuseppe Di Salvo istrionico protagonista della cultura bagherese e storicamente uno dei fondatori del FUORI! di Palermo, il primissimo gruppo nato per la tutela dei diritti omosessuali.
E con lui ripercorriamo una polemica nata proprio dalla ricostruzione storica fatta dall’attore e regista siciliano.

Il problema non è se il film è bello o coerente con i fatti storici. No, non è coerente – ci dice Di Salvo – anzi, il plot è tutto fantastico e viva la fantasia. Ma la citazione finale, dopo i due spari che chiude il film, non ha nulla di fantastico e fa un brutto revisionismo storico perché cancella la presenza dell’unico Movimento di Liberazione Omosessuale allora presente in molte città d’Italia: il FUORI! Nazionale e il FUORI! di Palermo, i cui militanti omosessuali a Giarre furono gli unici protagonisti in tre giornate di intense inziative. In pratica si nega la Storia e chi l’ha fatta, ché solo di questo si tratta.”

E poi un fiume in piena….

“Ma cerchiamo di informare quelli che sanno staccarsi il cervello dall’apparente trama della Comédie Larmoyante, ossia del melodramma di Fiorello.  Per spiegarlo occorre risalire al coming out di un prete che quasi nessuno conosce. Si tratta di Marco Bisceglia. Questi, nel tardo autunno del 1979, venne incaricato, dal sociologo Enrico Menduni del PCI di Berlinguer e segretario dell’ARCI, di formare una sezione per i Diritti Civili all’interno dell’Associazione che raccoglieva tante persone legate al PCI e a tutta la Sinistra.  Ma in quale anno Marco Bisceglia, prete di Lavello, fece il suo coming out? Fra i preti gay c’è sempre qualche mistero e tanta sublimazione dell’eros.”

“Ebbene, su questo aspetto non si capacita neanche Rocco Pezzano che scrisse un libro intitolato Troppo amore ti uccide, una biografia di Bisceglia che avrebbe avuto tre vite, una delle quali all’interno dell’Arci e dell’Arci-gay  (col trattino che manca nel film di Fiorello, grave revisione storica che crea discrepanze fra fantasia filmica e distonia storica!). Pezzano a pagina 137 del suo libro edito da Grafema scrive: 

Il vero mistero della vita di Marco Bisceglia è la data esatta del coming out ufficiale, ossia dell’ammissione pubblica della propria omosessualità (è già dal 1976 che in paese la voce gira).

Sempre Pezzano, stessa pagina, afferma: di  sicuro è avvenuto entro l’81. Vale a dire con oltre dieci anni di ritardo rispetto alla nascita del FUORI! di Torino legata ad Angelo Pezzana. E comunque ufficialmente dopo l’incarico avuto da Menduni e mesi dopo la tragedia di Giarre. Che poi noi del FUORI! lo sapessimo è un’altra cosa (con l’apostrofo). E come si muoveva!

 La dichiarazione di Bisceglia viene fatta sul giornale Unaltracosa (senza apostrofo e con le tre parole attaccate!) nel maggio 1981; un periodico dell’ARCI appena nato, uscito nel gennaio precedente, ma ben presto morto: non vedrà il 1982. Il testo viene analizzato proprio da Enrico Menduni, presidente nazionale dell’Arci dal 1978 al 1983. Leggete ora cosa scrive Menduni, parole riportate sempre nel libro di Pezzano a pagina 139:

 Se ho ben capito, non si tratta più tanto, o soltanto, di affermare il diritto a esistere dell’omosessuale, ma di far sì che questa esistenza sia praticamente possibile, configuri una condizione di vita accettabile, piacevole, ricca di umanità. (…) C’è un ostacolo ancora grande da abbattere, nell’ARCI come nella vita: quella mentalità ricca di doppiezza, che è l’ultimo bastione del pregiudizio, e che così si esprime: Tolleriamo il vostro comportamento, purché lo esercitiate con discrezione e rimanendo coi vostri simili.

   “Menduni, come si vede, va oltre i conflitti e i sensi di colpa espressi da Bisceglia. Ma ancora non è nato nulla e già sono passati circa sei mesi rispetto ai fatti di Giarre. Le parole di Menduni sembrano uscire da un gay comunista che ha coscienza e non importa sapere se il sociologo gay lo fosse o lo sia, allora non si parlava di fluidi! Diciamo semplicemente che se si fosse occupato lui stesso in prima persona dell’Arci-gay, l’associazione sarebbe probabilmente nata già nel 1979. Il PCI doveva recuperare il voto frocio perduto alle elezioni politiche del giugno 1979, quando centinaia di migliaia di gay italiani votarono per i Radicali di Pannella. Ma i gay del PCI portavano tutti il Burqa, come con ironia affermerà Franco Lo Vecchio nel marzo del 2023 intervenendo sul mio blog Facebook. Ma ritorniamo ai fatti di Giarre che con l’Arci-gay non c’entrano nulla. Avvenne semplicemente che il 9 dicembre 1980 viene finalmente sottoscritta per conto dell’Arci, e siamo ad oltre un anno dopo l’incarico burocratico conferito a Bisceglia dall’ARCI di Menduni, una paginetta di adesione per la futura nascita dell’Arci-gay (col trattino in prospettiva voluto da Lo Vecchio), si trattava di un documento molto informale di nessun valore legale elaborato dopo tante snervanti e violenti incontri/scontri avvenuti nella sede dell’Arci a Palermo in via XX settembre: presidente Giovanni Neglia. Ed è a questa data che si rivolgono romanzieri, critici, registi, come robotizzati pappagalli, e tutti i raglianti storici di sinistra del Movimento Omosessuale a cui i vari artisti si ispirano senza conoscere un pendente eretto. Pezzano sul suo libro riporta la fonte creata ad arte dal sito www.arcigay.it in riferimento alla data del 9 dicembre 1980. Siamo alle pagg. 141-142:

 Il primo circolo Arci-gay nasce informalmente a Palermo il 9 dicembre 1980 da un’idea di Don Marco Bisceglia, sacerdote cattolico dell’area del dissenso, come reazione all’emozione suscitata dal ritrovamento del corpo di una coppia di giovani amanti uccisi a Giarre, in provincia di Catania, a causa della loro relazione gay.

Su questa palese impostura dell’Arcigay si fondano gli effetti onda che inquinano Wikipedia e tutti gli artisti che non sanno fare ricerca storica: sono ingenui? No! Sono complici degli IMPOSTORI dell’Arcigay: possibile che i raglianti non sappiano la storia delle proprie origini che comincia con l’incarico dato da Menduni a Marco Bisceglia nel tardo autunno del 1979? E’ possibile che costoro non conoscano se stessi e il libro di Pezzano che cita proprio Bisceglia che la citata impostura smaschera, sì SMASCHERA!!! Come un prete deve fare? E’ cattiva fede. E’ negazionismo legato al fascismo degli antifascisti. Del resto lo stesso Franco Grillini, parlamentare gay di gran carriera del PCI, nel suo libro Ecce Omo dimostra di intendersi di Rivoluzione Scorretta. Nelle pagine dedicate a fatti di Giarre ammette che racconta la storia per sentito dire e il suo racconto è pieno di errori storici. Ma, sempre per non sentito dire, salta tutti i riferimenti alla presenza del FUORI! e afferma una balla clamorosa: Il primo a dire basta è stato un ex prete, Marco Bisceglia.  Per per non sentito dire, ché di questo si tratta, non sa neanche che almeno Bisceglia, arrampicandosi sugli specchi, ammetterà che il Movimento Gay è stato in origine il FUORI! E vuole creare con l’Arci-gay un rifugio di gay più a sinistra da far colonizzare, lui complice, dal PCI. Lo stesso Bisceglia o era politicamente scemo o semplicemente complice,  strumentalizzato, sfruttato: gli bastavano 250 lire al mese? Che abnegazione! E non cito tutti i miei articoli che la storia di Giarre ricostruiscono. Si salvi chi può! La stessa aletta sinistra del libro di Lepore riporta la dicitura dell’impostura: ma almeno chi non si ferma all’aletta può capire l’inganno perché Lepore nel suo libro riporta tante informazioni relative alla presenza dei militanti del FUORI! a Giarre e in ispecie del FUORI! palermitano. Sì, almeno quella nostra presenza lì la trovate.  Non ci fu, quindi, nessuna reazione emotiva, ci fu semplicemente una scissione a danno del FUORI! di Palermo e un continuo vomitare odio nei miei confronti che in molti covava da tempo: invidie, gelosie, frustrazioni di alcuni limitati militanti: Stranezze d’odio

L’unica reazione emotiva fu quella del PCI che, perdendo centinaia di migliaia di voti gay alle elezioni politiche del giugno 1979, utilizzò l’ARCI per far mutare quella reazione emotiva legata alla perdita di voti arrusi in creazione politica per recuperarli con la colonizzazione degli stessi: ecco dato l’incarico a Marco Bisceglia. Sarà l’alba dell’ARRUSOCRAZIA al potere. Grillini ne è emblema ed esempio. Zan il bello e altri seguono come gli anatroccoli di Lorenz.

Ma chi erano le divine che sottoscrissero quella nobile paginetta scissionistica di cui non ricordiamo immagine e visiva traccia? Erano meno di dieci quasi tutti estranei alle attività del FUORI! C’era Salvatore Scardina  (la Patrizia):  amava essere accarezzata dal Regno dell’Arci. Non volle capire i trucchi della manovra: auguri! Franco Lo Vecchio che, invece, frequentava il FUORI! e seguiva i miei corsi formativi, seminari di formazione politica: partecipava meno alle azioni di lotta; fu il vero Messaggero degli Dei e oscillava fra FUORI! di Palermo, sede dell’Arci e sede del PCI. Andrea La Franca: frequentò il FUORI! di Palermo nell’ultimo anno e prima della chiusura. Guarda caso, tutti e tre venivano da orientamenti politici diversi: questo vi spiega come il FUORI! fosse già un movimento inclusivo. E non c’era bisogno di crearne un altro. 

Noi del FUORI!, semmai, spingevamo le frocie di altri partiti a creare associazioni gay nei loro partiti di riferimento. Non cito gli altri anche perché si videro poco o niente ed erano perfettamente adescabili dall’ARCI che mise a disposizione sede (ben attrezzata rispetto a quella più insicura e spettrale in cui si riuniva il FUORI! di Palermo che era in Vicolo Castelnuovo, numero diciassette, sede dei Radicali palermitani), telefono, ciclostile; pagava manifesti, la costruzione di palchi per le manifestazioni e via dicendo. Chi viene finanziato è già colonizzato. Noi ci autofinanziavamo e potevamo criticare anche Pannella che, proprio alle elezioni politiche del 1979, ci tenne fuori dai suoi comizi elettorali. E ho sempre detto che Pannella nel 1979 VINSE PERDENDO: non farà mai più, infatti, alle Politiche quei risultati elettorali. “

“Ecco la genesi dell’impostura Arcigay legata a quel 9 dicembre 1980”. 
Conclude Giuseppe Di Salvo.

“Sì, è Stranizza d’amuri: nel senso che si tentò di ammazzare anche col bacio un Nobile Movimento Gay e si creò l’Arrusocrazia: forse la Roccella sta togliendo alle associazioni gay di oggi i finanziamenti che ad oggi agli Arrusocrati dava la Sinistra? Come vedi, Fiorin Fiorello, l’amore è bello anche se non ci sei tu! Per fortuna!”

Noi del FUORI! viviamo e vivremo più a lungo del tuo film che la grammatica conformista definisce bello.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.