Ven. Set 20th, 2024

I racconti del Professore Antonino Russo, sono spesso lontani dalle più recenti vicende dei luoghi che racconta, mancando lui da anni. La lontananza fisica con i suoi luoghi di infanzia, spesso non la colmiamo con recenti notizie affinché nella sua memoria lui possa ricostruire le immagini quasi oniriche di quella sua città, senza contaminazioni con la realtà.

Quando ero ragazzo si poteva raggiungere la montagnola Valguarnera da una strada della zona Lannari (via Oleandri). La montagnola aveva in cima una casetta che da lontano sembrava un luogo delle Fate. Il giorno che l’ho raggiunta ho avuto una grossa delusione: vi era dentro una stanzetta senza pavimento e piena di polvere, cartacce e imbrogli vari. Erano ragguardevoli il luogo e la vista che appariva, Intanto si poteva ammirare la Villa Valguarnera nella sua bellezza architettonica, Si poteva godere del paesaggio che circondava Bagheria e si respirava un’aria particolare e pura.

Di li a poco i proprietari della villa non avrebbero più permesso alle persone di raggiungere il piccolo colle. Non so oggi quel luogo come si presenti: il panorama sarà sicuramente cambiato.

Quando ero ragazzo intorno alle ville settecentesche aleggiava un’aura di mistero. Allora tra noi ragazzi si raccontavano tante leggende che accendevano la fantasia. I cancelli che chiudevano i viali di accesso alle ville sembravano invalicabili. Noi ci avvicinavamo agli stessi per curiosare attraverso le grate. Il poco che vedevamo veniva ingrandito e moltiplicato dalla nostra accesa fantasia. Tutto sommato mi è rimasto un bel ricordo delle ville. Un giorno ho accompagnato alcuni compagni di Santa Flavia alla montagnola Valguarnera. I miei compagni son voluti tornare altre volte nel luogo incantevole. Loro erano abituati a salire spesso nella collina di Solunto, quindi la salitella alla collinetta per loro era una gradevole passeggiata. Per me che ero abituato al vicolo della Badduzza, la vista della collinetta Valguarnera era paradisiaca. Quando ci è stato impedito di entrare nel recinto della villa abbiamo avuto una brutta sorpresa. Dalla collinetta si ammirava la distesa di limoni. Ogni tanto si notava qualche albero di ulivo. Questi apparivano come fantasmi nel mare di verde. Gli alberi di limoni, bassi e allineati come tanti soldatini, sembravano osservare perplessi gli alberi di ulivo. Gli uccelli che sorvolavano il mare di verde preferivano approdare sull’ulivo: forse perché lo ritenevano più sicuro per la loro incolumità. E poi dall’alto delle chioma di ulivo potevano più agilmente spiccare il volo.

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Di Antonino Russo

Bagherese del ‘36, nel 1959 si trasferisce a Napoli per insegnare in una “elementare” nel popolare e pittoresco rione Vergini - Sanità. Si lascia coinvolgere dai fermenti culturali di Bagheria, dandosi proficuamente alla poesia, ma anche alla saggistica e alla narrativa. Collabora con numerose testate, è sociologo dal 1990.