Ven. Set 20th, 2024

Quando ancora qualche ottuso osservatore non si accorgesse che è arrivato il momento di riconoscere un problema, i segnali sono diventati tragedie.

Il weekend per moltissimi genitori in moltissime città d’Italia sta diventando un incubo. Avere un figlio o una figlia in giro sono una roulette russa, alla quale bisogna opporsi. Sabato sera scorso, nelle pieghe del divertimento, muoiono un 14 enne nei dintorni di Roma, vittima di una vicenda poco chiara e con modalità da esecuzione o spedizione punitiva e un ventenne, in una discoteca di Balestrate pestato a calci in testa, proprio come Willy Monteiro Duarte a Colleferro.

Pestaggio in un 24h di Vittoria (RG)

La vicenda di Colleferro era il campanello di allarme che ogni operatore dei servizi sociali, ogni genitore, ogni amministratore in tutta Italia non doveva ignorare. Nel palermitano è la secondo vittima nel giro di 3 settimane in ambienti legati alla movida. Dispiace che per presa di posizione ideologica spesso si neghi questa circostanza, che pure è evidente, tra aggregazioni poco virtuose di giovani, in poco virtuosi punti di aggregazione, e ciò che succede ai nostri figli.

Ma la vera scommessa è nell’analisi di questa violenza cieca con la quale sì uccide un coetaneo a calci in testa. Se oggi ai nostri giovani ancora qualcuno insegna che c’è una violenza necessaria, che possono esistere motivi per cui ci si può porre al di sopra delle leggi e restare impuniti, magari mascherando queste giustificazioni con un anacronistico rigurgito ideologico (di qualunque colore esso sia), questo qualcuno è responsabile come tutti gli indifferenti annidati tra le forze dell’ordine, tra le autorità, tra le famiglie ma anche tra i commentatori e i giornalisti.

Anche quando a Bagheria assistiamo alle aggressioni ai danni di vigili urbani in corso Umberto, a quella di un professore di liceo in via Dante, o ancora ai roghi di rifiuti organizzati come falò, ma anche l’omicidio della maestra per mano della figlia 17enne, troppo presto dimenticato, o quando si tacciono e nascondono i fatti, facciamo del male proprio a questi ragazzi, tutti vittime di chi li vuole così.
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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.