Ven. Nov 22nd, 2024

Forse i puristi del ciclo Carolingio storceranno il naso, ma l’idea di Angelo Sicilia di trasformare in pupi gli eroi dell’antimafia, ha più senso dei troppi silenzi dei giorni scorsi .

Forse non sarebbe stata la Durlindana, l’arma magica per sconfiggere la mafia, ma sarebbe bastato ritrovare l’agenda rossa. In occasione del 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio, due eventi organizzati dalle sezioni locali dell’Associazione Nazionale Magistrati e dai Comuni per ricordare le vittime di quel tragico 19 luglio del ’92.

A Marsala, il 18 luglio, il puparo Angelo Sicilia ha portato in scena lo spettacolo “Non mi piace il buio. Prigionia e morte di Giuseppe Di Matteo” dedicato al piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino, ucciso dalla mafia a 14 anni. In scena anche lo scrittore Martino Lo Cascio, autore del libro “Il Giardino della Memoria. I 779 giorni del sequestro di Matteo”, a cui si ispira lo spettacolo di Angelo Sicilia.

A Caltanissetta, il 19 luglio, nel giorno della strage di via D’Amelio, Angelo Sicilia ha portato in scena i suoi spettacoli “Nofriu e Virticchiu” e “Storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino” presso il Parco archeologico Palmintelli, alle spalle del Tribunale di Caltanissetta, luogo simbolo per la lotta alla mafia, perché qui si sono svolti tutti i processi sull’uccisione di Paolo Borsellino fino al processo “Borsellino quater”.

Lo spettacolo sulla “Storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino” è stato preceduto da un convegno con magistrati di altissimo livello, dal titolo “Commissioni d’inchiesta e indagini penali. Il difficile equilibrio tra verità storica e giudiziaria”, per discutere sui diversi lati oscuri di una presunta trattativa Stato-mafia che persistono dopo 31 anni. 

Sono intervenuti il procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Salvatore De Luca, che ha dichiarato quanto questa terra abbia bisogno di eroi al di là di ogni retorica. Ha continuato Ottavio Sferlazza, già magistrato a Caltanissetta e poi procuratore di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, terra della n’drangheta, che ha fatto i complimenti ad Angelo Sicilia per la sua attività teatrale. Sferlazza ha parlato del ruolo del giudice Borsellino come straordinario esempio di persona coraggiosa nel suo lavoro ma anche esempio per tutta la società civile.

Fra gli interventi quello della presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta, Maria Grazia Vagliasindi, che ha citato anche i pupi e la loro importanza, perché, come descrive Sciascia, l’opera dei pupi rappresenta: “Un rito, il carattere e la forza dei siciliani”

“L’innovazione del teatro dei pupi antimafia citata da tutti i relatori al convegno di Caltanissetta è stata molto apprezzata. Per me è una grandissima emozione – afferma l’artista – tutti hanno parlato del ruolo della scuola e dei giovani, per continuare il lavoro già svolto sulla legalità, bisogna che non perdiamo la memoria. L’opera dei pupi antimafia nasce proprio per questo. Prima di tutto per i più giovani, in secondo luogo perché nessuno di noi perda il ricordo di quello che siamo stati. E gli eroi Falcone e Borsellino nel nostro teatro diventano eroi umani e non distanti. Non vogliamo mitizzarli, ma vogliamo avvicinarli, con le loro tensioni, con le loro paure, ai giovani di oggi”.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.