Sigle, studenti, amministrazioni, e nulla più. Mancavano i cittadini.
Presenti associazioni, giovani studenti, istituzioni ed Enti locali del comprensorio. Appuntamento alle 9:00 a Villa Garibaldi nei pressi della piazzetta Vittime della Mafia a Bagheria, per il corteo che si è snodato lungo la Strada Provinciale 88 per giungere a Piazza Madrice a Casteldaccia intorno alle 11:30 dove sotto il palco c’era meno della metà della gente partita.
Agli interventi moderati dalla Consulente del Sindaco di Bagheria alle politiche sociali (?) Mimma Cinà, ha assistito un pubblico forse stanco di queste passerelle politiche svuotate da quella sincera passione che le aveva animate in passato.
Chi vive le realtà locali sa bene che la lotta alla mafia in certi comuni non è affatto una priorità anzi è quasi un fastidio dovere dimostrare in favore di telecamere che, certe cose poco opportune, non sono contro la legalitaria .
Così buona parte della folla di bambini e giovani studenti, una volta arrivati in via De Spuches, sono tornati nelle aule ed alcune associazioni ad altri impegni.
Grandi assenti i cittadini, con una indifferenza al fenomeno mafioso, figlia della superficialità con la quale tutti sono pronti a giustificare tutto e creare utili alibi, pur di mantenere la poltrona.
Esemplare l’intervento del vescovo di Palermo Lorefice, che si rivolge ai giovani indicandoli come colpevoli di alimentare le mafie con il consumo di stupefacenti, addossando alle vere vittime di questo degrado sociale e giovanile, una responsabilità che invece va e andava condivisa equamente con quelle persone sul palco, chi più e chi meno, e con tutti coloro che fanno finta di niente perché ottengono vantaggi dalle gestione distratta della cosa pubblica.
Poche cose hanno avuto più senso delle parole di Antonello Cracolici, Presidente della Commissione Parlamentare Regionale Antimafia che ancora una volta ribadisce come siamo tutti in grado di riconoscere il personaggio che va isolato ed evitato proprio dagli amministratori, che non devono mai averci a che fare, senza scuse.
Un concetto che Cracolici ripete come una mantra ogni volta che fa un intervento pubblico, e che a tutti noi sembra sacrosanto, quasi scontato. Forse potrebbe essere applicato anche in modo più esteso, ed in senso lato: le amministrazioni virtuose dovrebbero isolare e non essere solidali, con quelle che scelgono percorsi lontani dalla necessaria trasparenza, quelle che scelgono il poco opportuno, quelle dove migliaia di cittadini aspettano come fosse una liberazione, magari un intervento della magistratura, non potendo combattere la pletora votante e numerosa degli ammiocugino, e spesso senza avere il coraggio di dirlo, subendo in silenzio.
Resta sempre aggiornato con noi. Scegli tu come: clicca sull’icona e seguici.
