Mar. Gen 14th, 2025

La chiusura della struttura per la sua riqualificazione, le storielle diffuse dalla stampa di regime e altri eventi sovrannaturali.

La notizia vera è che villa San Cataldo chiude perché inizieranno i lavori di riqualificazione del giardino storico settecentesco, per un progetto INTERAMENTE PRESENTATO dalla Città Metropolitana di Palermo è approvato dall’allora Sindaco Leoluca Orlando, attingendo alla misura di investimento dei Piani Integrati – M5C2 – Investimento 2.2 del PNRR.

L’unico merito del Comune di Bagheria è che la villa ricade nel suo territorio.
Ma cosa importa?
In fondo nulla, se non fosse che villa San Cataldo che è effettivamente gestita dal comune è al centro di una serie di intriganti misteri.

Tenebrose presenze…

I giornali online locali pubblicano un articolo sui lavori di ristrutturazione corredato da una bella foto dove si vedono alcuni di coloro che si sono interessati in qualità di dipendenti della Città Metropolitana di Palermo, il nostro sindaco (e ci sta in qualità di rappresentate dell’ente che gestisce la villa) e poi l’assessore comunale ai lavori pubblici (a che titolo visto che i lavori non passano da lui in alcun modo?), ma anche un signore con la barba che non riconosco come facente parte della amministrazione, né come dipendente, né come dipendente della città metropolitana.

Sarà magari legato alle aziende che devono espletare i lavori? Potrebbe fare parte dello staff di cui si parla nel sito della stessa?

Certo somiglia molto ad un politico bagherese la cui lista ha espresso proprio l’assessore ai lavori pubblici, che pure è in foto. Da quanto tempo esiste questa collaborazione tra uno staff a Bagheria e l’azienda che si è aggiudicata l’appalto? O questo staff è nato per l’occasione? Mi ricorda qualcosa? Non so!

Formule magiche…


Interessante anche l’articolo di Palermo Today che vanta in maniera evidente un certo legame con questo modo di fare comunicazione un pò superficiale proprio su Bagheria (magari è la fonte che non è buona).

Un intervento atteso e necessario che restituirà alla città uno dei suoi gioielli più preziosi, rendendolo ancora più bello e accogliente.

Si legge nell’articolo. E ancora:

l’Amministrazione conferma così il suo impegno a migliorare la qualità della vita dei cittadini, investendo nella riqualificazione del patrimonio storico e culturale.

Quale formula magica, quale principio alchemico è stato applicato affinché Villa San Cataldo sia passata al patrimonio del Comune? Di quale impegno si parla in questo caso, se TUTTA L’OPERAZIONE è frutto di altro ente superiore? Qualcuno in quella foto è capace di magie? O forse il Sindaco Filippo Maria Tripoli in quella dichiarazione parla dell’impegno dello staff bagherese? Ne era a conoscenza?

Trasmutazione della materia…

A villa San Cataldo dovrebbe essere un giorno ospitata (su proposta dell’amministrazione) la collezione di Angelo Restivo, al momento raccolta presso la sede dell’Associazione Giuseppe Bagnera a Palazzo Cutò.


Il comitato tecnico scientifico (……) istituito dal Comune di Bagheria per la realizzazione della Casa Museo del Cinema ha scelto proprio quei locali (di proprietà del Comune e ceduti in comodato d’uso gratuito) per il progetto. Peccato che al momento chi avrebbe materiale utile disponibile è proprio Restivo, ma purtroppo non riesce ad ottenere la trasmutazione della materia in collezione di interesse storico-culturale, e tutta la tutela che ne deriverebbe. Questo nonostante a Bagheria operi da qualche anno la ex Sovrintendente ai Beni Culturali, oggi in pensione, in qualità di consulente e membro del comitato. Peccato ancora che con i lavori a villa San Cataldo i tempi si allungheranno.
Ma mi chiedo da profano: se c’è la disponibilità a Villa San Cataldo, perché offrirla a Restivo e non immaginare lì la Casa Museo del Cinema? Cos’è un fatto di prestigio? Finì che è gioiello prezioso restituito alla città?

Altri misteri…

Avere citato il comitato tecnico scientifico (…..) mi ha fatto venire in mente un altro membro. No, non Gino Castronovo scelto per… perché… mah… chi lo sa perché?!?
Si tratta della ex direttrice del museo Guttuso, se non altro perché il ruolo vacante da anni doveva essere affidato pro tempore, ad una dirigente della sovrintendenza fino ad eventuale bando di concorso per ricoprire il ruolo. Ma qualcuno sa che fine ha fatto? È in servizio? Non è mai arrivata? Ma questo museo Guttuso chi lo gestisce?
MISTERO!!!!

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.