Dom. Nov 24th, 2024

L’assemblea di ieri a Teatro Butera pone l’accento su una piaga, la violenza di genere, che a Bagheria è l’apice di un più grande è diffuso problema sociale, ma scoperchia anche il vaso di Pandora.

Sulla vicenda, bisognerà attivare tutto il possibile e stare davvero vicini alla famiglia in silenzio, ma fattivamente.
Su molte cose invece bisogna dire due parole. L’assemblea di ieri non sarebbe avvenuta se l’amministrazione non avesse temuto l’ennesima figuraccia. La madre della vittima, espostasi suo malgrado mediaticamente (e anche su questo interverremo) avendo ottenuto la solidarietà del comune ha immaginato un intervento concreto, ma si è scontrata con quel meccanismo con cui molti cittadini, fuori da certi entourage, ai scontrano: essere appunto semplici cittadini. Ci è voluto l’intervento di un’associazione politica(fuori da questa amministrazione), di una rete di cittadini, di una associazione di tutela dei diritti di genere e di un sindacato tra i confederati, per ottenere l’incontro di ieri urbis et orbis. E mentre noi non li nominiamo proprio per evitare che si pensi ad una strumentalizzazione, c’è stampa locale che non li nomina per ordini di scuderia, per evitare di dare loro il giusto riconoscimento all’impegno. Ma l’atteggiamento di vicinanza vera e di protezione nei confronti della donna, era evidente a tutti.
La presenza sul palco di un personaggio che su certi argomenti dovrebbe avere il pudore di non intervenire, ha creato un certo scompiglio soprattutto per dichiarazioni, anacronistiche, discriminatorie proprio del ruolo della donna, ma anche troppo legate al suo vissuto e infine non adatte alla figura di un esponente delle forze dell’ordine, proposto a fianco degli amministratori che una volta in più, NON SANNO!!!

Si è sottolineato durante gli interventi, della necessità di essere brevi e propositivi, ma si è concesso a qualcuno (spesso i soliti) di prodursi in analisi sociologiche, o in una passerella fuori luogo e anche farsesca, conclusasi con un “dove sono i cittadini?”. Se i cittadini non sono mai troppo presenti sarà forse per l’abitudine di suonarsela e cantarsela da soli? Sarà forse figlio della sordità di questa istituzione locale alle istanze del territorio e ai cittadini stessi? O magari l’esempio delle due figure che si sono avvicendate alla delega comunale della famiglia, delle politiche sociali e di inclusione, uno indifferente (nonostante 4 anni di ruolo) in ultima fila, Emanuele Tornatore, l’altro, Francesco Gurrado, completamente assente, forse, come un consigliere comunale ha paventato in un suo intervento, perché ha pensato fossero cose da donne!!!
Infine l’assenza di proposte da parte dell’amministrazione nella figura del Sindaco che si è limitato a riportare una proposta fatta da un esponente apicale del sindacato rivenduto dalla stessa stampa locale, come iniziativa del primo cittadino.

Di questo nessuno vi racconta, perché questo è grave e vergognoso.

Oggi c’è una mamma e una figlia che hanno la faccia esposta sui social in maniera irresponsabile e colpevole da parte di chi informa, chi informa, che vi racconta di una riunione diversa da quella che c’è stata, e tutto si scontra con la realtà di cittadini che ancora una volta sarebbero rimasti soli, se non si fosse attivata spontaneamente una rete di salvaguardia, quella invocata in molti interventi. Rete che può fare la differenza in città, con la quale, è risultato evidente ieri sera, nonostante l’atteggiamento di sufficienza di amministratori e associazioni sodali, cominciano a confrontarsi anche altri attori che nelle istanze sociali hanno ragione di esistere.
Stamattina o al massimo domani, Bagheria non saprà più di che stiamo parlando, come è successo con la maestra uccisa dalla figlia, come è successo con la donna che ha tentato il suicidio per la difficoltà di affrontare in questa comunità la gestione di figli disabili, e come succederà in questo caso, perché a Bagheria, nulla può intervenire a minare quel racconto secondo cui questa amministrazione ha riportato la pace… Detta così un conato di vomito ci assale.
Domani (più o meno) è il 19 luglio.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.