Parcheggi folli che investono tutta la città, lavori eseguiti non in sicurezza, discarica a cielo aperto, garantiscono il futuro turistico? Mentre arrivano letterine natalizie.
Via Libertà è ormai terreno di battaglia di inciviltà tout court.
Rappresenta l’apice di quello che succede in tutta la città dove ormai l’anarchia regna sovrana: lo sanno tutti, lo vivono tutti, ma la claque parla ancora di come è importante FARE, a qualunque costo. Poco importa se FACENDO curi gli interessi di pochi amici e dei tuoi elettori (siamo d’accordo tutti sul fatto che questa amministrazione sia prossima alle dimissioni in cerca di altre poltrone e che quindi gli elettori servono?!?), mentre di fatto danneggi la città diventata l’immagine perfetta della via Gluck.
Ogni due anni, sempre nello stesso posto, pianti tre alberi con cui dichiari la risoluzione definitiva del problema del verde pubblico, e non ti accorgi che lì non attecchiscono, solo solo perché i vandali li distruggono, oltre che per l’eccessiva cementificazione.
Ed ecco, nelle immagini, il grande rispetto per quel fazzoletto di verde che si doveva valorizzare in quella beffa alla città che è il parcheggio adiacente via Libertà. Un’immensa irrispettosa discarica che certamente prima o poi bonificheranno ma che nel frattempo è tutta lì.
Senza parlare dello splendido odore che si sprigiona appena piove. Come non introdurre poi il tema della sicurezza sul lavoro degli operatori. Si può vedere dalla foto: l’uso dei presidi è un optional.
Il sospetto è che tutto questo lasciar fare anarchico per le strade della città, serva a dare la sensazione che ‘sto parcheggio sia necessario e irrinunciabile.
Mai come in questi giorni proprio su via Libertà, ma anche su corso Butera e corso Umberto si assiste a deliri di onnipotenza del guidatore medio.
C’è per altro un terreno privato, quello dove sorgerà la nuova chiesa di San Giovanni Bosco (lo stesso progettista di via Libertà: guarda i casi della vita!) che è pieno di sfridi edili di cui nessuno ha verificato la natura, di proprietà comunale, provenienti da quel famoso cantiere che fu anche posto sotto sequestro proprio per una vicenda di interramento di rifiuti, e che si chiamava sistemazione a verde di contrada Monaco, diventato però parcheggio dove di verde c’è solo la bile di alcuni veri ambientalisti (ma solo quando lo ricordano) con tutta una serie di analogie con via Libertà (taglio di pini compreso).
Sfridi edili ricoperti dalla vegetazione e rifiuti tra cui copertoni.
Nella ridente Bagheria ormai assediata, resta solo da consolarsi con un morso allo sfincione che nella narrazione del mainstream è accreditato come veicolo imprescindibile di cultura. Tanto che qualcuno si chiede (lo fa veramente!!!) se è meglio la cultura o lo sfincione.
O ancora ci si può consolare con le letterine Natalizie, tutte verdi, in tema con albero e muschio, che sono arrivate a tantissimi bagheresi (tutti muti, mi raccomando!) ma che non le ha mandate Babbo Natale e di cui parleremo prestissimo con testimonianze di questi cattivi EVASORI BAGHERESI che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese.
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