Un odore nauseante che impesta alcune zone della cittadella mortuaria di Bagheria. Nonostante si tratti dei propri cari, diventa difficile avvicinarsi al feretro per deporre un fiore.
Qualche giorno fa, un’immagine di bare al sole, circolava sulle pagine Facebook, poco dopo l’ondata di caldo anomalo, ed era sembrata già una cosa fuori dalla grazia di Dio. Indagando più a fondo i numeri che si scoprono e le situazioni di emergenza a cui sono obbligati i familiari ma anche impiegati ed addetti ai lavori, sono impressionanti se paragonati agli abitanti e ai decessi l’anno. Su 600 morti nell’arco solare, metà non trova sistemazione.
Ma la tragicità del fatto in se, si amplifica quando si pensa alla macchina messa in moto per occultare la realtà dei fatti, per continuare la narrazione del mondo incantato dei Mini Pony e degli arcobaleni.
Sono circa 60 i feretri a deposito, alcuni da oltre un anno. Tra 180 e 190 sono quelli deposti provvisoriamente, nei fornetti, loculi non definitivi a cui viene apposta la lastra di ardesia, che però non viene sigillata, proprio per consentire poi eventuale spostamento a fissa dimora. La lastra fissata con cunei lignei rimane permeabile agli agenti atmosferici che favoriscono il processo di decomposizione, coi miasmi a portata di naso, ma anche con un deficit igienico sanitario da non sottovalutare.
Nei fornetti stante le alte temperature, le povere salme, si cuociono a puntino.
Infine sempre secondo quanto indicato da alcune imprese funebri locali, altre 50 salme circa sono dislocate a terra e non tumulate, in varie cappelle private a titolo di cortesia da parenti o amici o anche da quelle proprio di proprietari di pompe funebri che si mettono a disposizione.
Un quadro desolante con numeri documentati, nella realtà cimiteriale di Bagheria, che in passato aveva evidenziato criticità importanti, e che anche recentemente aveva fatto storcere il naso. La vicenda di un feretro tumulato di cui non si aveva contezza, con la responsabilità scaricata sulla custode rea di essere stata lasciata sola ad affrontare un realtà difficile. La necessità di scontentare gli elettori regolamentando (pure malamente) gli accessi con le vetture, i proclami sui nuovi loculi, l’assegnazione dei servizi cimiteriali con il comodo sistema degli accordi quadro piuttosto che con il classico appalto, tutto finisce in quel numero: 300 SALME IN ATTESA DI TUMULAZIONE.
Ovviamente le cause sono diverse, ma è un insieme di elementi che si sommano, primo di tutti le mancate estumulazioni. Risulterebbero infatti pronti all’estumulo almeno 450 loculi.
Con buona pace di tutta la propaganda, intorno al Cimitero.
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