Ven. Set 20th, 2024

Un inedito racconto/ricordo del nostro Professore Antonino Russo. Quando le bellezze architettoniche della città ispiravano le avventure dei ragazzi e a vincere in quei sogni erano i buoni.

I pilastri erano un punto di riferimento per i vecchi bagheresi.
Nni viriemu ‘e pilastri era una frase che si udiva gridare da persone che s’incontravano in vari punti del paese. Tutti conoscevano i pilastri, ma pochi sapevano cosa rappresentavano. Servivano a sostenere gli enormi e pesanti cancelli che alla metà del corso Umberto introducevano all’area di palazzo Palagonia. In cima avevano statue. Uno dei pilastri incastrato tra le case confinava con la casa del mio nonno paterno. Dal terrazzo della casa del nonno io potevo osservarne bene uno dei due. Ho avuto l’opportunità di fotografarli (quando frequentavo le scuole medie) e un compagno di sauola mi ha prestato una piccola macchina fotografica (la Comet). Con quella macchinetta ho scattato cinque foto che ho subito fatto stampare da un fotografo.

La stampa delle foto costava poco, ma allora i soldini in tasca scarseggiavano.
Noi bambini fantasticavamo su questi pupi. Una notte ho sognato che gli stessi ingaggiavano una lotta contro alcuni guerrieri che volevano entrare in armi nel palazzo Palagonia. Purtroppo nel bel mezzo della lotta mi sono svegliato perchè avevo sete e dovevo bere. Ci sono rimasto male perchè non ho saputo se i miei guerrieri di Palagonia avevano vinto o erano stati sconfitti. Io ho deciso che avevano vinto. Così mi sono riaddormentato e mi sono svegliato la mattina seguente sereno e contento.

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Di Antonino Russo

Bagherese del ‘36, nel 1959 si trasferisce a Napoli per insegnare in una “elementare” nel popolare e pittoresco rione Vergini - Sanità. Si lascia coinvolgere dai fermenti culturali di Bagheria, dandosi proficuamente alla poesia, ma anche alla saggistica e alla narrativa. Collabora con numerose testate, è sociologo dal 1990.