Mar. Set 17th, 2024

La narrazione mainstream ha smesso di parlare di “verdello” da un po’. La chiusura delle iniziative mediatiche lascia Bagheria orfana dei limoni ma attrice indiscussa di vini di altre vigne, lenticchie e aglio di altri orti, farina di mulini che non ci sono, e di tanto, tanto sfincione.

L’acqua a Bagheria non è un bene per tutti, perfettamente in linea con l’andazzo generale. Se sull’albo pretorio di lunedì 29 luglio 2024 si scopre il costo dell’utile condotta irrigua di Mongerbino (200 mila euro), e si procede con un piccolo assestamento, si deve ricordare che non tutti i proprietari della zona sono riusciti ad accedere alla condotta perché avrebbero dovuto pagare di tasca loro l’allacciamento, con intere coltivazioni seccate. Sapere poi che alcuni proprietari sono stati vittime di fondi insufficienti, e che l’erogazione sarebbe gestita praticamente da un personaggio vicino a questa amministrazione, lascia come al solito adito alla stessa meravigliosa considerazione che non vi vogliamo tradurre dal dialetto siciliano: sa fannu siempre ‘ntra iddi.

La memoria storica della città ricorda, neanche troppo tempo fa, l’uso di pozzi privati come quello di Giovanni Mineo, che poi, dicono per le spese eccessive, diventò economicamente non conveniente, sia per i proprietari della vignazza, ma anche per lui stesso che smise l’attività.
Alcuni terreni già l’anno scorso, si presentavano secchi o pronti a seccare definitivamente.

Eppure ancora, una trentina di anni fa si fece una ricognizione e si individuarono alcuni pozzi. Uno di questi per certo, si trova su un terreno comunale espropriato nella zona di Vicinale Lorenzo, e basterebbe una manciata di denaro per renderlo attivo, praticamente l’equivalente del contributo alla fantomatica associazione Clamore per i servizi che renderà ai concerti di GoMad, servizi che chiunque altro si sarebbe pagato da solo, in quanto parte dell’investimento imprenditoriale, ma che invece Bagheria gli regala coi soldi dei cittadini. Peggio sarebbe se in Clamore ci fosse, come dicono le malelingue, un parente stretto di qualche assessore.

Come si vede dalle foto la situazione di Vicinale Lorenzo non è molto diversa. la ricognizione di questi pozzi pubblici, ma anche di quelli privati dismessi e non, potrebbe essere una soluzione per proprietari ed agricoltori, atteso che molti ormai sono terreni che producono pochissime quantità ad uso privato e il legame con questi fondi o con il loro mantenimento è spesso di esclusiva natura affettiva.

Risulterebbe inoltre che ci sia stato un incontro con l’amministrazione che avrebbe promesso di valutare l’ipotesi pozzi, reperendo le necessarie informazioni, ma ad oggi non si hanno notizie. Speriamo di non assistere ad eventuali sottovalutazioni del problema siccità, poiché onestamente non ci pare tra le priorità della comunicazione ufficiale, e inoltre sarebbe triste, a danno fatto, dovere assistere ai mea culpa di qualcuno, come accaduto in queste ore all’incontro sul’emergenza roghi in città e nelle periferie, tra cittadini, Sindaco ed altri esponenti dell’amministrazione rimasti assenti fino ad ora o peggio militanti tra le file di coloro che negavano il fenomeno.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.