Gio. Set 19th, 2024

L’episodio del rogo in sé, l’ennesimo in contrada Monaco passa in secondo piano rispetto alla notizia manipolata, diffusa dalle autorità in barba ai video e alla foto dei testimoni.

Una colonna di fumo nero si è alzata ieri intorno alla 16:00 dalla via Magg. Toselli, avvelenando con fumi irrespirabili tutta la zona ovest della città. Dopo oltre un’ora, le fiamme sono state domate dai Vigili del Fuoco, mentre sul posto sono intervenuti i carabinieri e la polizia municipale.
La città delle ville, sta vivendo un terribile momento legato  al fenomeno dei roghi, che non sono incendi stagionali, ma che investono la gestione dei rifiuti nelle periferie e nel quartiere ghetto, ormai terra di nessuno, dove l’illegalità regna sovrana.
Contrada Monaco però non è solo case popolari occupate abusivamente ma è anche persone abbandonate nel degrado, un degrado sociale che chiunque analizzi questi fenomeni, sa benissimo a chi giova.

Il sindaco che minimizza in consiglio comunale durante il giuramento

La vicenda dei roghi continua ad essere  presa sottogamba, negando e bollando spesso come inattendibili, tutte le testimonianze sulle discariche abusive documentate dai cittadini che, lasciati soli, si sono improvvisati detective, portando alla luce disastri ambientali sui quali le autorità fanno orecchio da mercante.  

Il 21 maggio scorso ad una partecipatissima assemblea cittadina organizzata anche con l’Osservatorio Permanente sui Disastri Ambientali,  essendo allora in piena campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione locale, si erano presentati moltissimi candidati e si era ben sperato in interventi di indagine ma anche di repressione. 

Ieri invece scopriamo dalla comunicazione della pagina istituzionale del Comune di Bagheria (ripresa poi da alcune testate) che l’atteggiamento negazionista è quello prevalente. Si parla di piccolo incendio in un canneto. Il canneto però non esiste più perché il 13 luglio scorso tutta la zona è stata decespugliata.

Foto del 13 luglio, il canneto non c’era più già da allora.

Intorno all’una di notte le fiamme si sono ravvivate tanto che i Vigili del Fuoco sono intervenuti nuovamente, tanto era piccolo l’incendio.

Ma perché dire un piccolo incendio in un canneto? Perché dovere continuare a negare i fatti? Quello che succede a Bagheria lo sanno tutti. Ci sono foto e video di oltre un’ora di fumo nero. Quali canne producono fumo nero? E poi ci sono le foto dei resti. Vi sembrano canne?

Foto di stamattina. I resti erano ancora fumanti

E se per oltre un’ora una larga parte della città è stata esposta a quei veleni, non è vero che i danni sono solo al canneto (se di canneto di fosse trattato), ma sono estesi a tutti coloro che li hanno respirati.
Questa è la comunicazione del comune di Bagheria?
Chi ha diffuso questa notizia o i suoi particolari? Ci metta la faccia!!!
Dove sono tutti i partiti politici quelli che erano dalla parte dei cittadini fino al 9 giugno? Quelli dentro (maggioranza o minoranza), quelli fuori (perché non rieletti o perché non ce l’hanno fatta al debutto), quelli che avrebbero portato le istanze di Bagheria in Europa, quelli che sarebbero stati la voce dei cittadini come hanno sempre fatto (?) e comunque. E dove sono i carabinieri che ieri erano presenti e la polizia municipale? Perché anche a loro sta bene raccontare che è stato un piccolo incendio in un canneto?
Che la pagina istituzionale di un Ente locale si permetta di edulcorare una notizia che è grave in sé (perché inserita in un contesto che non si vuole ammettere), è ancora più grave della notizia, perché anche la manipolazione dell’informazione per fini vari rientra nella fattispecie delle fake news. E c’è da chiedersi: è la prima volta che lo fanno?!? E c’è da chiedersi quanto vi importano queste cose rispetto ai mille mila appalti e sub appalti in arrivo.

Resta sempre aggiornato con noi. Scegli tu come:

Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.