Ven. Set 20th, 2024

Pace e bene e bentornati nella nostra rubrica, dopo le feste di Natale riprendiamo con il tempo ordinario. Domenica 7 gennaio abbiamo celebrato la solennità del battesimo di Gesù nel fiume Giordano, Mentre nella seconda domenica del tempo ordinario, la liturgia ci ha presentato la scena successiva: la chiamata dei primi discepoli.

Come accennato nell’introduzione, l’episodio, tratto dal Vangelo di Giovanni, su cui ci soffermeremo è la chiamata dei primi discepoli. La prima cosa che salta all’occhio è che Gesù viene indicato dal Battista stesso: “ecco l’agnello di Dio”. Questi due discepoli fidandosi della testimonianza del Battista vanno dietro a Gesù. Quando Egli se ne accorge domanda un semplice: “chi cercate?” ma i due ragazzi rispondono con un’altra domanda: “maestro, dove abiti?”. Già da subito, quindi, lo riconoscono come maestro, anche se non conoscono ancora il suo nome. La risposta di Gesù non è un biglietto da visita, infatti non gli dice dove abita ma li incoraggia ad andare dietro di lui: “venite e vedrete”. Ora l’evangelista non ci narra tutto ciò che si sono detti ma possiamo immaginare che ci sia stato un dialogo che ha segnato la vita dei due discepoli, tanto che Giovanni, che è uno dei due, si ricorda l’orario esatto anche dopo sessant’anni, al momento di redigere il suo Vangelo. Ed eccoci nel cuore di questa domenica, conoscere Gesù non è seguire un ideale o un sogno bensì è avere un’esperienza vitale con Lui, vivendone l’intimità e l’amicizia. Gesù chiama tutti e sempre, non c’è gioia più grande per un credente che rispondere a questa chiamata e offrirsi interamente al servizio di Dio e dei fratelli. I due discepoli, ci dice il Vangelo, rimasero con Lui, cioè dimorarono con Gesù e fin da subito lo amano. Infatti Andrea, l’altro discepolo, non può che restituire la bellezza dell’incontro, nel suo letterale significato, quello di trovare o scoprire, con il fratello Simone, destinato a diventare Pietro. Anche noi dobbiamo saper dire: ho trovato il senso della mia vita ed ho trovato Dio, questo mi basta.

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Di Walter Di Gristina

- Studente di giurisprudenza - Giovane francescano - amante della giustizia, dello sport, della buona cucina e della filosofia.