Gio. Set 19th, 2024

Sarebbe entrata con un ospite ricoverato per espressa richiesta di un membro della giunta comuale di allora oggi riconfermato. Gli episodi non si sarebbero mai arrestati e a tutt’oggi si riferisce di un caso in atto. Le prescrizioni di 5 dottori sono inequivocabili, nessuna segnalazione sarebbe mai arrivata all’ASP. Solo alcuni parenti furono avvisati.

Chiunque prosegua nella lettura di questo articolo, sappia da subito, che sono in possesso delle ricette mediche, delle foto, degli ordini di servizio, copia di alcune chat e delle testimonianze di diversi soggetti a vario titolo.
Chiunque legga questo articolo sappia che al momento in quella struttura mi risulta un caso di un ospite trattato come scabbia; la casa di riposo è all’interno del Piccolo Parco Urbano; stasera, 2 agosto, si terra un mega concertone e ci auguriamo siano state prese tutte le precauzioni del caso.

Nella settimana tra il 27 febbraio e il 5 marzo del 2023, un assessore del Comune di Bagheria che ha notorie e continue interlocuzioni con la struttura, avvia il ricovero alla villa Serradifalco, che ricordiamo è una casa di riposo per anziani gestita della cooperativa Aretè (seppure negli ultimi giorni pare si stia tentando un fantomatico quanto provvidenziale subentro), di un giovane soggetto che viene indicato come affetto da ritardo mentale, dipendente da cannabinoidi, e vittima della scabbia. Da quel momento partirebbe oltre un anno di incubo, senza che mai vengano informate ufficialmente le autorità sanitarie locali, e con alcuni familiari degli ospiti, tenuti completamente all’oscuro.
Sull’opportunità di quel ricovero in una struttura che si occupa di altro tipo di fragilità ci sarebbe molto da discutere, atteso che le spese di gestione del soggetto sembrerebbero essere state a carico personale dell’assessore richiedente asilo (al quale evidentemente non si è potuto dire di no), ma rientra nel delirio di onnipotenza di qualche politico locale. Sul fatto che almeno 5 medici, di cui due dermatologi, sembra non abbiano avvisato l’ASP locale, getta ombre sulla gestione di tutte le strutture socio-assistenziali in città. Ci si chiede infatti se non sia prassi comune quella di mettere la polvere sotto il tappeto.
Gli ospiti che sarebbero stati affetti da scabbia, che è malattia epidemica, sono numerosi, e la malattia sarebbe stata trasmessa anche ad alcuni membri del personale, anch’essi costretti alla cure mediche specifiche. Secondo le testimonianze la mancata attuazione delle precise indicazioni del ministero della salute in caso di soggetti presumibilmente affetti da malattia epidemica, non avrebbe consentito la completa disinfezione degli ambienti dagli agenti contagianti (in questo caso il, parassita noto come acaro della scabbia), forse anche per poter mantenere la cosa nascosta, tanto che ancora oggi ci sarebbe in atto un caso di contagio.
Questa vicenda si inquadra in un caso più generale di malagestione, che ha portato anche allo sfratto di moltissimi ospiti che si erano rifiutati di pagare in contanti per bypassare il pignoramento dei conto corrente nella vertenza avviata da 11 ex dipendenti per il mancato emolumento di spettanza varie.
Ci risultano poi manovre in atto per ottenere una liquidazione coatta della cooperativa che scongiurerebbe ben più gravi conseguenze per i gestori, anche di rilievo penale.


Vuole una qualunque autorità competente verificare i fatti che riferiamo con cognizione di causa? Perché di fronte a casi in cui sono vittime soggetti deboli si sta girando la faccia dall’altro lato? Ci risulta per certo di una delle ospiti sfrattata di recente per non essersi prestata all’illecito del pagamento in contanti, morta di infarto poco dopo il trasferimento in altra struttura. Può essere legato allo stress per gli eventi e la mortificazione subita? Ci si è affidati a personale competente dopo la defezione di chi non percepiva stipendi, o ci sono parenti e amici degli amici?
Terribile immaginare i nostri nonni, i nostri genitori, i nostri anziani, vittime di beghe di natura economica, di chi sembrerebbe godere di coperture politiche e di autorità varie, sotto l’ombra di palazzo Butera.

dal sito ufficiale del Ministero della Salute

La scabbia è un’infestazione parassitaria dovuta ad un acaro, il Sarcoptes scabiei var. homini, (classe degli artropodi Arachnida, sottoclasse Acari, famiglia Sarcoptidae) che si insinua nell’epidermide, senza superare lo strato corneo, e depone le uova, provocando prurito intenso ed eruzioni cutanee.
La scabbia è una delle condizioni dermatologiche più comuni e rappresenta una parte sostanziale delle malattie dermatologiche nei paesi in via di sviluppo (nel terzo mondo per intenderci n.d.r.). L’OMS stima che a livello globale la scabbia colpisca più di 200 milioni di persone in qualsiasi momento e più di 400 milioni di persone complessivamente ogni anno.
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foto tratta dal web
foto di un ospite della casa di Riposo

dal sito ufficiale del Ministero della Salute

Il medico, sia ospedaliero sia di medicina generale o pediatra di libera scelta o medico che svolga attività privata, ha l’obbligo di segnalare al servizio di Igiene pubblica, competente per territorio, qualunque caso di malattia infettiva e diffusiva reale o sospetta, di cui sia venuto a conoscenza nell’esercizio della sua professione.
Il medico deve indicare la malattia sospetta o accertata, gli elementi identificativi del paziente, gli accertamenti diagnostici eventualmente effettuati, la data di comparsa della malattia, tramite un modulo di segnalazione, realizzato e messo a disposizione nel PREMAL, secondo criteri di uniformità e semplicità, che garantiscano una corretta e uniforme rilevazione dei dati
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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.