L’atto è stato notificato in questi giorni al Comune di Bagheria e all’Assessore alle pari opportunità, per il mancato rispetto delle normativa sulla percentuale delle quote femminili nella giunta di governo di questo Ente Locale.
La richiesta, avanzata in sede di tribunale amministrativo, di rispettare le normative vigenti in materia di pari opportunità, evidentemente disattesa nei numeri, ha indispettito qualcuno dei politici bagheresi di spicco, tanto da fargli invocare sui social la persecuzione o l’intimidazione mafiosa, per quello che è invece un ulteriore necessario richiamo alla legalità.
Si avete capito bene, a Bagheria c’è qualcuno che vive l’attuazione e il rispetto delle norme, come un atto intimidatorio, come il fiato sul collo dei cani randagi, e ha pure il coraggio di rendere pubblico questo disagio nei confronti delle regole.
L’Associazione Nazionale per la Giustizia Giusta, l’A.Na.G.G. interpretando gli interessi di alcuni cittadini, (tra cui lo scrivente n.d.r.), ha presentato in data 29 settembre 2024, ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale, per l’annullamento della determina sindacale n. 22 dello 1/7/2024 con cui il sindaco in carica, eletto a seguito delle consultazioni elettorali dello 8 e 9 giugno 2024, ha nominato gli assessori.
Forse è inusuale che si contestino scelte di distribuzione delle poltrone, generalmente affidate al pagamento di cambiali politiche, piuttosto che ad effettive competenze, eppure nessuno sembra mai ricordarsene.
Si legge nel ricorso:
…nell’ambito di una giunta comunale di una cittadina italiana con popolazione superiore ai 3000 abitanti, ai sensi dell’ultima delle norme citate, l’art. 1 comma 137 della l. n. 56 del 7/4/2014, costituente applicazione su tutto il territorio nazionale dei principi comunitari e costituzionali in materia di parità di genere, è obbligatoria la presenza di entrambi i sessi in misura NON INFERIORE al 40% con arrotondamento aritmetico.
La città di Bagheria, che conta circa 60.000 abitanti, può dotarsi di 7 assessori oltre il sindaco (peraltro anch’esso di sesso maschile). In atto il settimo assessore non è stato nominato ma su sei assessori uno soltanto è di sesso femminile.
Il ricorso al TAR è stato notificato in via digitale al Comune di Bagheria e oggi, per raccomandata cartacea all’Assessore comunale con la delega alle pari opportunità, Emanuele Tornatore, per non avere ancora adottato alcuna iniziativa al riguardo e non risulta essersi posto il problema che riguarda la lesione di diritti costituzionali garantiti da norme immediatamente precettive che attengono al buon funzionamento della PA.
Riteniamo che la garanzia di pluralità di genere debba essere prioritaria soprattutto in chi rappresenta (o dice di rappresentare) istanze di sinistra, per cui difficilmente possiamo comprendere, la (eventuale) posizione di chi dovesse vivere il ricorso come un tentativo addirittura intimidatorio (soprattutto se detto da chi ha usato la minaccia di querela per scoraggiare l’attenzione ad altre vicende).
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