Mer. Set 11th, 2024

Ecco i retroscena dell’incendio di marzo nei pressi del “The Bagh”. Sulla vicenda dei roghi di rifiuti in città, scavando scavando, vengono fuori episodi che raccontano di una Bagheria, niente affatto sicura, con una criminalità diffusa a vari livelli, e a cui questo clima di tolleranza fa molto comodo.

La sera del 23 marzo del 2024 un vasto incendio interessò una area a ridosso del centro commerciale The Bagh, che ha accesso da via Catullo e uscita nella ex via Parisi. le fiamme interessarono una immensa discarica a cielo aperto, cosi come fu definita dalla stampa locale grazie alle informazioni diffuse dalle autorità. Mobili, materiale ferroso e rifiuti di ogni sorta, scrissero i giornali. Persino Rai news parlò di quell’evento: inquadrato sin da subito come (quasi certamente) di natura dolosa, aveva fatto scalpore il fatto che le fiamme si erano così pericolosamente avvicinate ad una importante attività commerciale, aprendo nell’immaginario collettivo ipotesi di scenari con i quali non si vorrebbe mai più fare i conti.

Ma la vicenda si collocherebbe invece a pieno titolo in quella della gestione illecita dei rifiuti, che sta martoriando la nostra città, con alcuni risvolti, di cui riferiremo, e che ancora una volta mettono in risalto l’emergenza sicurezza con episodi ai quali non eravamo preparati.

Tutte le foto in questo articolo riferite all’incendio sono tratte dal giornale online Bagheria News

Le fiamme non sarebbero partite da una fantomatica area abbandonata, ma da una abitazione privata di una nota famiglia bagherese, che risultava occupata abusivamente, da un pluripregiudicato, recentemente assolto con il presunto complice, dal reato di ricettazione, per una vicenda di auto rubate per il mercato dei ricambi, iniziata nel 2020. L’incendio sarebbe stato il regalo di addio, avendo la famiglia ottenuto il rilascio dell’area dopo un lunghissimo periodo di perniciose battaglie legali. Lunghi mesi in cui le autorità non avrebbero fatto sentire la loro presenza, come riferirebbero i cittadini che hanno subito l’occupazione. Ma anche lunghi mesi in cui altri cittadini lamentavano, proprio in quella zona, fumi e aria irrespirabile sino ai vicini plessi scolastici, da cui arrivavano segnalazioni in tal senso.

Nel grande spiazzo di questa villa, in cui si trovano tre unità abitative, i rifiuti sarebbero stati periodicamente dati alle fiamme in maniera controllata, per fare posto ai nuovi arrivi, rientrando nella casistica precisa descritta da numerosi cittadini.

Tutte le foto in questo articolo riferite all’incendio sono tratte dal giornale online Bagheria News

Si sarebbe dunque tollerata, l’occupazione abusiva e l’illecito ambientale, essendo entrambe le cose a conoscenza delle autorità competenti, il cui ritardo nell’intervenire sarà stato probabilmente legato a lungaggini burocratiche e tecniche. Non è a tutt’oggi chiaro se le fiamme del 23 marzo scorso siano state un incidente, un rogo sfuggito al controllo, o un atto di ritorsione per essere stati costretti ad abbandonare l’area occupata abusivamente. Si sarebbe infatti protratto per qualche altro tempo, un braccio di ferro tra proprietà ed occupanti, a colpi di catene e lucchetti.

Al primo sopralluogo è seguito l’intervento immediato della pala meccanica per rimuovere il resto dei rifiuti lasciati nell’area. Copertoni, mobili, sanitari e rifiuti ingombranti. Danneggiate le abitazioni dai cui erano state asportate anche tutte le grate in ferro.
L’occupante abusivo, V.P. 42enne di Bagheria, avrebbe precedenti specifici nella gestione illecita dei rifiuti: alla fine del 2011, i carabinieri di Termini Imerese, lo coglievano con un complice in flagranza di reato, alla guida di un autocarro, mentre trasportava 2000 kg circa di materiale ferroso di scarto senza le dovute autorizzazioni. Processato per direttissima, gli fu convalidato l’arresto.
La gestione di queste vicende, ancorché complessa, deve però fare riflettere sulla necessità che personaggi del genere possano essere disinnescati da un controllo del territorio che non deve essere più nè rimandato nè preso sottogamba.

Già dai tempi dei comitati di cittadini che fondarono il coordinamento ReteCivica Bagheria, si era palesata la necessità di un canale preferenziale attraverso il quale un rappresentante di quartiere potesse interfacciarsi con le forze dell’ordine. La proposta fu fatta pubblicamente il 7 luglio del 2023 in un incontro sul tema della violenza di genere. Nonostante questa figura sia oggi prevista dal programma del sindaco, che evidentemente ha valutato positivamente la proposta, si tarda un po’ nell’istituirla. Forse troppo!

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.

Un pensiero su “Bagheria: le verità dietro i roghi. Quel che le autorità non dicono”
  1. […] C’è un problema. Ora lo sanno tutti non sono solo pochi cittadini che hanno le visioni. È una emergenza che vogliamo risolvere e non vogliamo più venga ignorata. C’è una gestione dei rifiuti nelle zone di emarginazione sociale e nelle periferie che è criminale e che va arginata. Giungono voci che l’amministrazione voglia scaricare la responsabilità sui proprietari dei terreni sanzionandoli. Nel caso specifico di contrada Monaco, i proprietari sono vittime del fenomeno non potendo nemmeno fare uso dei loro terreni o recintarli, perché le recinzioni vengono abbattute e questi, intimiditi hanno anche denunciato alle autorità ciò che accade. Quelli che invece utilizzano il proprio terreno coscientemente e (presumiamo) come business, a mo’ di discarica abusiva nelle zone Consona, Vicinale Lorenzo o Dolceimpoverile e altre ancora, quelli si temono e non si interviene, come nel caso dei roghi in via Parisi che abbiamo raccontato qui. […]

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