Ritorna in questi giorni, prepotentemente, la necessità che questa amministrazione prenda una posizione netta, che non sia solo propaganda, nei confronti dei tanti fenomeni sul territorio.
L’assenza di una qualunque iniziativa per commemorare la figura di Peppino Impastato non è un bel messaggio per la città. Da un po’ di tempo, prima dalla mia pagina personale, e poi dalle pagine giornalistiche de il Settimanale di Bagheria, ed infine da questo blog, denuncio un’indifferenza a certi fenomeni che non può essere sempre giustificabile.
Come si può giustificare che, un politico, amministratore di un ente locale, non sappia che le strade del comune (siciliano) che governa, abbandonate a mille piccole illegalità diffuse, siano il terreno di coltura perfetto?
I luoghi comuni snocciolati in occasione di interventi sui massimi sistemi, stridono fortemente con i fatti, e se ieri l’amministrazione di Bagheria ha dimenticato che era una ricorrenza importante, lo stesso Comune ha fatto anche finta di niente per gli episodi intimidatori nei confronti di semplici cittadini un po’ camurriusi, e lo stesso Comune non si è costituito parte civile nel procedimento conclusosi in questi giorni, su quello che è stato battezzato come il racket dei buttafuori, che ha portato alla condanna di sei degli imputati coinvolti nella vicenda.
Una inchiesta partita dal Caffè Verdone i cui gestori hanno avuto il coraggio di denunciare come si sia creato strumentalmente, attorno al locale, nel 2018, un clima di insicurezza tale da registrare un fortissimo calo di clientela.
L’associazione Addiopizzo che ha assistito quei giovani sin dalle prime denunce, ha lamentato l’assenza dell’istituzione locale. In una dichiarazione a caldo dopo la sentenza di primo grado, l’associazione stigmatizza questo atteggiamento.
Diventa importante sottolineare come poi siano cambiati i tempi nel breve arco di pochi anni.
Gestori dediti alla legalità si preoccupavano del clima intorno alla propria attività cercando di mettere in atto quanto in loro potere per rassicurare la clientela. Oggi tutto questo è assolutamente trascurabile e anzi è proprio su certe frequentazioni che sopravvivono altre attività simili.
Questa rinuncia a schierarsi, questa incapacità di pronunciarsi chiaramente, questa silente indifferenza a tutto, ma sopratutto questa mancanza di chiarezza con scelte che lasciano quanto meno il dubbio di opportunità, non aiutano affatto.
Un Comune che non gradisce le critiche, che cerca di sminuire e denigrare i detrattori, e che ha necessità di indicarli agli altri come causa dei mali di questa città, perché hanno l’ardire di smontare la narrazione idilliaca e teocritea che si fa della città, non è un comune inclusivo, ma sopratutto è un comune che ha perso un’occasione importante.
Anche il fatto di avere lasciato passare nel silenzio la condanna, senza nemmeno una parola di elogio al lavoro dei giudici, al supporto di Addiopizzo, e in solidarietà coi ragazzi del Caffè Verdone, la dice lunga. Sono anche loro, tra quelli che non contribuiscono alla narrazione di Bagheria come luogo incantato dei Mini Pony. Imporre questa politica della tacitazione alla luce di tutto è sempre profondamente sconfortante se avviene ancora nel 2023 e dopo tutte le battaglie che si sono fatte.
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