Dom. Mar 9th, 2025

A Bagheria per risolvere un problema bisogna fare finta che non ci sia. Nel frattempo i nostri figli vagano per una città in mano al caos.

Negare a tutti i costi affinché non si attiri tropo l’attenzione delle forze dell’ordine. Sarà questo il motivo del tacito accordo in questa città tra le testate giornalistiche che sembrerebbero comprate con un incarico, e quelle suPine per vocazione che pure si producono nel tentativo di fare controinformazione, senza sentire mai il territorio.
Se del problema non si parla, il problema non esiste: così si è sconfitta la mafia a Bagheria, non parlandone più.


Eppure la mafia c’è e gli arresti delle settimane scorse lo dimostrano; eppure Soresi c’è con un libro che nessuno smentisce, e con inchieste e informazioni quotidiane che rimangono storia di questa città.
Così i roghi di rifiuti, non esistevano, erano fantasie, erano canne fumarie difettose di alcuni panifici, erano piccoli canneti accesi dal vento, mentre oggi si è dovuto ammettere che sono un problema reale per cui l’amministrazione ha messo insieme una task force, seppure raccontando ambiguamente di avere risolto.

Le immagini di una rissa nel febbraio del 2022 documentata da BlogSicilia di cui potete vedere il video qui

Due aggressioni sul corso Umberto ai danni di due vigili urbani, uno dei quali schiaffeggiato nel bel mezzo di un evento in due momenti diversi e per motivi diversi, le gare di scooter sempre nel corso (che potete rivedere qui sul nostro canale Tiktok), tra la gente in coda per gli uffici, il disabile bullizzato in un istituto tecnico che si ribella e subisce una spedizione punitiva in pieno stampo mafioso nel vergognoso silenzio di tutti (di cui potete leggere qui e qui), l’operazione della Guardia di Finanza per sgominare una banda di baby spacciatori di cui potete leggere qui, l’episodio del pestaggio dei due ventenni avvenuto un paio di sere fa e di cui potete leggere qui, ma tanti altri fatti che ci vengono riferiti e di cui non abbiamo mai potuto verificare la fonte, sono un segnale chiarissimo di quel disagio giovanile figlio della sensazione di impunità e dell’ASSOLUTA MANCANZA di interventi sul territorio.
Forse bisogna smettere di fare finta che le piccole cose non abbiano un peso, ed intervenire con un dura repressione di certe illegalità (a partire dal codice della strada) per dare almeno la sensazione che lo stato ci sia.


Poi magari coinvolgere in ragazzi non in quelle passerelle politiche che risultano pedanti e noiose, utilizzati come figuranti per fare numero (e diciamola un briciolo di verità ogni tanto) ma in iniziative culturali e ludiche (non serve che abbiano connotati specifici ma che siano momenti aggregativi).
E infine puntare il focus su una gestione della città a misura di tutti e non solo a favore degli ammiocugino utili alle prossime tornate elettorali.


Un esempio pratico sono i lavori di via Libertà in cui sono stati utilizzati fondi del PNRR previsti per le aree connotate dal degrado sociale e a forte rischio di emarginazione.
Vi pare che via Libertà fosse questo tipo di area? Sarebbe stato utile restituire decoro magari in aree ghettizzate sensibilizzandone la successiva cura, dando esempio di inclusione?
Certo in contrada Monaco non c’erano proprietari di immobili o costruttori che avrebbero visto economicamente rivalutate al rialzo le proprietà. Ma per chi avranno votato mai, quest’ultimi?
E infine ci risulta dai social (e stiamo verificando), che uno dei ragazzi picchiati dovrà subire un intervento proprio a causa del pestaggio. Non ne sappiamo la natura né sappiamo quanto siano attendibili queste voci, ma riteniamo non sia saggio attendere che si verifichi un caso Willy Duarte a Bagheria perché in quel caso le responsabilità sarebbero evidenti.


Fa veramente PAURA andare a guardare le bacheche social di tutti in nostri amministratori per vedere di cosa parlano (tutti indistintamente) e scoprire che non c’è nemmeno un accenno o un attestato di solidarietà.

Cu è cchiù cretinu? Carnivali o chi ci va rappriessu?


Per le strade di Bagheria i nostri figli sono soli.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.