Nonostante le denunce di diversi cittadini che si sono interfacciati direttamente con le autorità si continua ad avvelenare la città con le esalazioni. Abbiamo individuato alcune zone.
Cittadini che si sono stancati di passare per matti, nelle settimane scorse si erano rivolti a noi, nella speranza di dare voce alle inascoltate denunce. Si scopre così che molti si erano già rivolti alle autorità ma senza fortuna. Qualcuno sentendosi anche un po’ snobbato, non creduto, solo!
Avere pubblicato le prime segnalazioni è stato utile per mettere insieme le testimonianze, fare RETE e cominciare a ragionare sui luoghi, da dove questi fumi provengono.
La difficoltà è nata dal fatto che sono roghi controllati ed il tipo di combustibile usato insieme al metodo di combustione, e alla natura di ciò che viene dato alle fiamme produce un fumo denso che si risolve in una foschia bassa che viaggia su buona parte della città. Ma non va verso l’alto e diventa non facilmente individuabile. Dopo una serie di appostamenti, siamo riusciti a circoscrivere una delle zone di provenienza tra Vallone del Fonditore, via Dolceimpoverile e la strada comunale Cordova. Anche ad osservare da una semplice applicazione satellitare si individuano perfettamente i roghi ma anche i cumuli di rifiuti, in una periferia che, nonostante la narrazione, è colpevolmente abbandonata, terra di nessuno, un posto anche surreale.
Un’altra zona da cui giungono segnalazioni è la zona della via Parisi. Anche in quella zona basta fare un giro per sentire gli stessi odori alle solite ore della mattina e della sera.
Ci chiediamo cosa manca a Bagheria per completare un quadro desolante di degrado e illegalità ai danni dei cittadini, con la complicità dei silenzi di una parte di comunità colpevolmente indifferente o rassegnata.
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