Pochissimi particolari si conoscono su una vicenda che pone il riflettore sulla sicurezza dei nostri figli.
Non sono emersi al momento i motivi per cui due ragazzi di 22 e 23 anni sono stati aggrediti, pare proprio da una baby gang in via Papa Giovanni XXIII a Bagheria, nella notte tra venerdì 28 febbraio e Sabato 1º marzo.
Gli aggrediti hanno dovuto ricorrere alle cure del 118 e sono stati trasferiti in un nosocomio palermitano in codice giallo.
Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri della stazione di Bagheria che stanno acquisendo le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona (privati? Ce ne sono in funzione di quelli comunali? Come è finita sta farsa?), nel tentativo di risalire all’identità degli aggressori.
Fa specie però che la situazione di alcune zone in cui queste baby gang imperversano, siano note a tutti, ma queste non siano mai sufficientemente presidiate. Il controllo del territorio non è un priorità per Bagheria… anzi!
In una città caotica, certi affari si portano avanti meglio, sia quelli illeciti per le strade sia quelli negli uffici, per via del fatto che si svia l’attenzione.
Assodato dunque che il clima di anarchia è studiato a tavolino, il fatto che non si contribuisca a combatterlo sembra proprio una scelta precisa, non già delle forze dell’ordine che hanno un numero limitatissimo di operatori, ma di chi si siede ai tavoli (anche quelli delle recenti passerelle) con il prefetto e non chiede aiuto.

Forse ai due ventenni picchiati, sapere della tecnica di assegnazione dei beni confiscati alla mafia importa poco, ma avrebbero preferito non essere aggrediti.
Ci chiediamo quando i cittadini cominceranno a capire che bisogna porre un freno a tutte le illegalità che invece questa amministrazione avalla con le sue scelte folli, e con il mancato esempio di un azione politica cristallina e trasparente.
Soprattutto riportando un minimo di clima di rispetto delle regole in tutto il territorio, partendo dalle infrazioni al codice della strada, l’abbandono dei rifiuti, la gestione del suolo pubblico e del traffico, il controllo degli esercizi commerciali che operano sopratutto nella movida, alcuni dei quali, molto lontani dall’essere virtuosi, laddove l’indifferenza dei gestori all’uso di stupefacenti o all’alcolismo (anche minorile) nei loro dehors è cosa comune.
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