Il Professore Antonino Russo ci racconta di uno di quei personaggi pittoreschi, conosciuti a tutti e depositari della storia del paese.
A Bagheria, lungo il corso Butera, alla sinistra della vecchia chiesa di San Pietro, abitava ‘u zu Carru. Non so di chi fosse zio, ma lo chiamavano tutti così.
Aveva sempre qualche persona ospite nella sua casa perché amava raccontare aneddoti sulla Bagheria di un tempo e sui vecchi bagheresi più o meno famosi.
Aveva sempre qualche storia pronta: il suo repertorio sembrava non finire mai. Conosceva fatti e misfatti del paese e amava renderne edotti i paesani interessati.
Di personaggi famosi ne aveva conosciuto più d’uno. Conosceva anche fatterelli piccanti, ma in questi casi era molto discreto e sapeva utilizzare parole e frasi atte a non scandalizzare alcuno.
Riceveva cordialmente tutte le persone che andavano a trovarlo. Alla fine diceva sempre: quando mi vuole venire a trovare sono sempre a sua completa disposizione.
Spesso ho avuto la sensazione che inventasse sul momento, la storia che andava a raccontare.
Aveva una fervida fantasia e non gli mancavano mai gli argomenti per costruirne una.
Aveva anche l’arguzia di offrire elogi alle persone meritevoli e di inviare frecciatine velenose ad altri che non si erano comportati bene. Spesso trovandomi dai nonni materni lo andavo a trovare per ascoltare i suoi interessanti aneddoti.
‘U zu Carru aveva una voce suadente e aveva la capacità di non stancarti durante le sue narrazioni. In un momento in cui la televisione era ai suoi primi passi, il cenacolo dello ‘zu Carru era un luogo apprezzato per l’ascolto di storie interessanti e momento di aggregazione.
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