Una figura che spesso viene nominata a Bagheria per via di un famoso detto che certi personaggi usano spesso per accusare gli altri delle proprie colpe. Noi lo viviamo nel ricordo del Professore Antonino Russo.
Per la festa di San Giuseppe arrivavano caliari dai paesi vicini. Uno bagherese, Ciccio, entrava in attività un paio di giorni prima per poter disporre di un adeguato rifornimento giornaliero.
Ciccio si posizionava nei pressi di casa mia e mi faceva arrivare l’odore intenso della frutta secca abbrustolita. Mia mamma abbassava il paniere e poteva assaggiare in anticipo lo scaccio. Gli altri dovevano attendere che Ciccio e gli altri caliari sistemassero le bancarelle nei marciapiedi del corso Umberto. La buccia dei semi di zucca veniva depositata a terra dalle persone e bisognava attendere la mattina seguente perché venisse ripulita da strada dai netturbini. La consumazione dello scaccio era l’attività normale per coloro che si disponevano a passeggiare lungo il corso. I semi di zucca, ‘a simienza, era il piatto forte della serata, ma c’erano anche noci, nocciole e noccioline americane.
La sera si andava a passeggio tutti col coppo in mano e la bocca intenta a sgranocchiare semi vari.
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