Gio. Nov 21st, 2024

Presentazione del recupero dell’urna processionale dell’immagine del Cristo morto della chiesa del Santo Sepolcro di Bagheria.

Sarà presentato domenica 17 marzo alle 17,00 presso la chiesa del Santo Sepolcro a Bagheria il recupero scientifico della preziosa urna lignea processionale dell’immagine del Cristo esanime.
All’evento interverranno il parroco don Filippo Custode, lo storico dell’arte dott. Lisa Sciortino e Rosario Martorana, confrate della congregazione del Cristo morto.
La vara risale alla fine dell’Ottocento quando lo scultore bagherese Giuseppe Aiello la realizzò su committenza di Giovanni Di Bernardo, commerciante e confrate, il quale la fece costruire a seguito di una promessa fatta in un particolare momento di bisogno. Dal racconto riferito dai familiari, si sa che un giorno Giovanni dovendo estinguere un debito con alcuni creditori si accorse di aver perduto il portafoglio pieno di banconote. Uomo di fede, iniziò a pregare intensamente promettendo a Cristo, qualora lo avesse esaudito nella richiesta facendogli ritrovare il denaro, di fare costruire un’urna processionale, impegnandosi per se stesso, i suoi figli e i suoi discendenti a partecipare ogni Venerdì Santo alla processione portando in spalla l’immagine del Cristo morto.

Per volere del pronipote, a sua volta confrate prof. Cristoforo Di Bernardo, e con il supporto economico di diversi fedeli a distanza di oltre un secolo dalla sua realizzazione la vara è stata riportata all’originario splendore, grazie all’intervento di Maria Saiola, Paolo Campanella e Giancarlo Capitummino, coordinati e diretti da Lisa Sciortino. La teca era interessata da alterazioni di varia natura, pesanti ridipinture, incollaggi e rimaneggiamenti, degrado di natura biologica con attacco di insetti xilofagi. Altre forme di alterazione sono da attribuire ai normali movimenti del supporto ligneo, accentuati dalla destinazione processionale dell’urna. Le condizioni conservative non idonee e la mancanza di adeguata manutenzione hanno fatto il resto.

L’opera è stata liberata dai pesanti strati di vernice a porporina che hanno fatto emergere l’originaria decorazione in oro zecchino. Sono stati rimossi anche gli elementi posticci che appesantivano e alteravano l’ornato. 
Osserva la Sciortino: il pregiato manufatto, tornato a brillare e liberato dalle ossidate ridipinture, si presenta etereo e leggero, elegante e ingentilito nella forma, riportando l’opera alla iniziale bellezza voluta dall’artista e dal committente, consegnando al culto e ai fedeli l’originaria solennità della teca.
A partire da domenica la vara sarà custodita in chiesa e rimarrà fruibile tutto l’anno.
La manifestazione vedrà anche la presentazione di una piccola pubblicazione che raccoglie testi e immagini del processo di tutela e conservazione cui l’opera è stata sottoposta.

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Di Ignazio Soresi

Classe 1969. Si forma dai gesuiti a Palermo. Studia Economia e Commercio, Scienze Politiche, Scienze Biologiche ed in età matura, Beni Culturali ad indirizzo Storico/archeologico. Opera in ambito turistico. Ha collaborato con diverse testate.