Il Professore Antonino Russo ci racconta di tempi antichi e di figure nobili ed eroiche, la cui mancanza oggigiorno, ci fa rimpiangere, ancora di più, una Bagheria ormai perduta nel tempo.
Gli echi del Risorgimento si sono avvertiti a Bagheria. Un documento visivo rimane nella torre Ferrante che ha visto il sacrificio di un uomo, caduto sotto le fucilate dei soldati borbonici. Andrea Coffaro era custode del fondo Viola e abitava nella Torre Ferrante che sovrastava detto fondo. Insieme al figlio Giuseppe stava a guardia di detto fondo. I due erano armati di fucile e alcune cartucce, Ad aiutarli vi era anche il fuochista Giacomo Restivo, armato di alcune bombe dallo stesso preparate. All’avvicinarsi dei soldati borbonici, Andrea e Giuseppe Coffaro hanno iniziato a sparare dall’alto della torre, mentre Giacomo Restivo, dalla vicina casa, lanciava bombe dal terrazzo. Giuseppe è stato colpito a morte ed è precipitato sul selciato, mentre il padre Andrea continuava a sparare. Poi i soldati Borbonici lo hanno raggiunto e lo hanno arrestato con la moglie e la nuora. Questi tre venivano condotti a Palermo. Lungo la strada le due donne venivano liberate. Andrea Coffaro cinque giorni dopo è stato fucilato a Palermo con altri dodici patrioti.
Il 12 maggio del 1860 i soldati borbonici lasciavano il presidio di Bagheria.
La torre Ferrante rimane ancora oggi al suo posto, anche se ha subito qualche modifica, Nel tempo c’è stato qualche tentativo di trasformazione. Per fortuna la sua struttura portante ha resistito all’usura del tempo e ai tentativi di manomissione da parte degli uomini.
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