Quando il Professore Antonino Russo ci descrive la Bagheria dei sui tempi con le caratteristiche strade ed i particolari degli edifici, riusciamo addirittura a dimenticare l’odioso traffico e i clacson delle vetture in fila cha gli scomposti intenti elettorali dell’amministrazione ci stanno regalando in questi ultimi mesi.
Su alcune facciate di vecchie case di Bagheria è ancora visibile qualche cappelluccia con dentro la statuetta di un santo a cui il proprietario, o l’affittuario, era devoto. La cappelluccia era spesso protetta da una piccola grata per evitare furti dei poveri oggetti che conteneva e non dare la possibilità a maniaci di scrivere frasi irriguardose con un pennarello all’interno dello angusto sito. Nel caso di cambio di casa di solito il nuovo inquilino non toglieva il vecchio santo per metterne uno nuovo: era ritenuto un fatto che poteva provarere reazioni negative.
La cappelluccia era di piccole dimensioni. Due mattonelle ad angolo immediatamente sopra facevano da spiovente e al di sopra vi era una tettoia formata da una stretta lastra di marmo e da quattro mattoni sistemati uno accanto all’altro e infilzati nel muro.
All’interno della cappelluccia vi era un altarino, una statuetta e una piccola lampada sempre accesa. Vi era inoltre qualche fiore che pendeva dalla grata che chiudeva lo spazio. Alcuni vicini di casa ne deponevano a loro volta, e qualcuno aggiungeva un lumino acceso. I cattolici osservanti, passando davanti all’altarino, facevano il segno della croce, altri recitavano una preghiera. Nel giorno del nome del santo altre persone portavano fiori da appendere alle grate.
Una volta all’anno, almeno, alcune persone del quartiere si riunivano per recitare una novena. Io partecipavo volentieri a queste novene perchè mi piaceva essere presente a questo rito collettivo e gradivo sommamente il suono cantilenante della novena recitata a più voci.
Resta sempre aggiornato con noi.
Scegli tu come:
https://whatsapp.com/channel/0029VaG4bJT89inrTrPmgE3P