Ritornano gli aneddoti del Professore Antonino Russo, e questa volta ci raccontano come la villa per antonomasia di Bagheria, fosse usata per gli sposalizi.
Quando ero ragazzo la villa Palagonia e il palazzo, venivano affittati dai proprietari per effettuarvi feste di nozze e di altro genere. Dopo l’intrattenimento una orchestrina composta da pochissimi elementi suonava alcuni motivi noti e gli invitati ballavano.
A tarda sera le persone adulte abbandonavano la sala, mentre noi giovani ci fermavamo a ballare fino al sorgere del nuovo giorno.
Dal momento che il principe di Palagonia voleva offrire ai suoi familiari e agli amici che lo andavano a trovare la sensazione che la vita nella zona trascorresse lietamente, ha fatto inserire tra i personaggi di gesso alcuni musici intenti a suonare i loro strumenti.
Alcuni bambini sostenevano di udire il suono di alcuni strumenti. In effetti era una loro impressione: lì non vi era alcuno intento a suonare.
Un giorno sono andato a trovare uno scultore che dimorava dentro la villa Palagonia.
Questi, dovendo fare una scultura in legno aveva sgrossato un grosso tronco d’albero e aveva messo da parte i pezzi di legno eliminati per poi gettarli via. Io mi sono fermato ad osservare con attenzione quei pezzi di legno. Lo scultore, vedendomi, ha detto: ho capito cosa sta pensando. Sta cercando di capire se con questi pezzi di legno è possibile creare una opera.
Io gli ho chiesto se sarebbe stato in grado di eseguire lui l’operazione.
Dopo qualche esitazione lo scultore mi ha detto: gliela faccio!
Mi ha raccomandato di non dire ad alcuno che l’aveva fatto lui. Ho fatto la promessa e dopo qualche giorno l’opera scultorea e era pronta.
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