Mer. Set 11th, 2024

Poche righe del nostro Professore Antonino Russo che ci regala in una giornata da dimenticare, una attimo di serenità.

Nella parlata popolare bagherese, sin dalla fine dell’ottocento, il detto era parte integrante del discorso.
Aveva vari caratteri: serviva da monito, suggeriva modi di dire e di fare.
Le persone parlavano utilizzando continuamente detti più o meno noti, Chi non ne conosceva, non poteva articolare agilmente i vari discorsi. Qualcuno aggiungeva la traduzione in lingua italiana, ma in genere tutti ne conoscevano il significato. Erano patrimonio del popolo, ma non in via esclusiva: li adoperavano anche i professionisti. Era, insomma, un modo per capirsi e non cadere in equivoco. Solo i professori a scuola cercavano di evitare di usare i detti, pensando di cadere nel ridicolo. Nelle nostre case i detti facevano parte del linguaggio di ogni giorno.
Di seguito alcuni tra i più usati. Lascio ai lettori la briga di tradurli in italiano e di dedurre un significato plausibile.
(I detti sono cultura popolare, sono volgari solo nel senso che dal volgo portano saggezza a tutti n.d.r.)


Rizzi, patieddi e granci
: assai spienni e nienti manci.

Isti e vinisti, chi minchia facisti?

Si misiru a camurria!

Chidda è ‘na pirsona intisa.

C’innera pi tutti, a te cca pigghiatillal

Chidda è ‘na pirsona abbissata!

U re ri Sirausa l’avi longa, tisa e pilusa.

A facci a po’ sbattiri o muru.

Austu e riustu è capu r’immernu.

Sciatara e matri e vogghiu riri.

L’erba tinta nun sicca mai.

‘Nta jornu nun nni vogghiu e ‘a sira sfraiu l’ogghiu.

Cu si senti punciri nesci fuora!

‘A sasizza ‘nculu s’appizza.

Ahi, ahi chi mugghieri c’accapitai, nún la vitti cusiri mai!

E’ cchiù gnuranti ra calia!

Cci vonnu l’agghi pi li vicini!

U cchiù fissa ratta ‘u caciu.

Ci rissi patri Diminienti minchia cacata nienti!

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Di Antonino Russo

Bagherese del ‘36, nel 1959 si trasferisce a Napoli per insegnare in una “elementare” nel popolare e pittoresco rione Vergini - Sanità. Si lascia coinvolgere dai fermenti culturali di Bagheria, dandosi proficuamente alla poesia, ma anche alla saggistica e alla narrativa. Collabora con numerose testate, è sociologo dal 1990.