Da un episodio di vita del nostro poliedrico Professore Antonino Russo, due chiacchiere sul gusto artistico e sulla personale interpretazione del bello.
Nel campo dell’arte moderna i modi di operare sono tanti e danno determinati risultati che non tutti giudicano artistici. Io al riguardo sono indulgente e sono propenso a giudicare questi oggetti opere artistiche, anche se non do un valore preciso e lascio ai critici d’arte la valutazione di merito. Un giorno sono andato a trovare uno scultore. Questi, dovendo eseguire una scultura in legno, aveva sgrossato un voluminoso tronco d’albero e aveva messo da parte i pezzi di risulta eliminati per poi gettarli via.
Io mi sono fermato ad osservare con attenzione i pezzi di legno. Lo scultore, vedendomi, ha detto: …ho capito che cosa sta pensando. Sta cercando di capire se da questi pezzi di legno è possibile ricavare un’opera.
Io ho chiesto se se la sentiva di eseguire lui l’operazione.
Dopo qualche esitazione lo scultore mi ha detto: gliela faccio, ma non dica mai che quell’opera l’ho fatta io.
Ho fatto la promessa e dopo qualche giorno l’opera scultorea era pronta. Se uno ha educato il suo gusto estetico si può anche divertire a mettere insieme pezzetti di legno per ottenere una composizione dall’aspetto gradevole.
Questa è arte? Non lo so.
E’ certamente un esercizio di buon gusto.
A volte da un eggetto di buon gusto si può tirare fuori un oggetto artistico.
Ovviamente sta alla sensibilità di chi sta operando sistemare ogni pezzetto di legno nella posizione più adatta a produrre una immagine artistica. A volte un pezzo di legno ha bisogno di qualche aggiustamento per assumere una determinata posizione che lo faccia entrare in sintonia con gli altri legni.
L’insieme, poi, potrà trovare il modo di diventare un oggetto d’arte.
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